L’età fragile, di Donatella Di Pietrantonio: i silenzi delle generazioni 

L’età fragile di Donatella di Pietrantonio, già vincitore del Premio Strega Giovani e ancora in lizza per la vittoria della LXXVIII edizione del Premio, fin dalle premesse strizza l’occhio a quella categoria di lettori giovani adulti in cerca di una rappresentazione generazionale in letteratura.

la copertina del romanzo L’età fragile, di Donatella Di Pietrantonio, pubblicato da Giulio Einaudi editore (2023) nella collana Supercoralli. Foto di Francesca Barracca

Reduce dalla pandemia, questa generazione ne porta gli strascichi e fatica a riadattarsi alla realtà:

La cerco sullo schermo, trovo quelli come lei. I ritirati. Chiusi nelle loro stanze. M. non è uscito di casa per tre anni. Lui e sua madre ne parlano in un video, seduti su delle poltroncine blu.” 1

La stessa generazione sceglie di sradicarsi volontariamente dalle proprie origini per trovare il proprio posto nel mondo, salvo talvolta tornare a casa e apprezzare le radici dapprima rinnegate. È, infatti, ciò che sperimenta Amanda che, pur occupando un ruolo determinante nella vita della protagonista e madre Lucia, nel romanzo manca di una vitalità che non passi per lo stereotipo della figlia diffidente. Nutrita di silenzi, la relazione tra madre e figlia è il centro nevralgico del romanzo, ma a tratti viene messo in secondo piano per seguire il racconto cronachistico di una vicenda realmente accaduta, che Donatella Di Pietrantonio rivisita senza tuttavia avere ben chiaro lo scopo finale.

la copertina del romanzo L’età fragile, di Donatella Di Pietrantonio, pubblicato da Giulio Einaudi editore (2023) nella collana Supercoralli. Foto di Francesca Barracca

Il riferimento ai fatti di cronaca riguarda il delitto della Maiella, che nel romanzo trova luogo nei pressi del cosiddetto “Dente del Lupo”, un territorio di eredità della famiglia di Lucia, ma che sembra funzionale soltanto a una divisione temporale delle vicende. All’interno del romanzo, infatti, si distinguono due filoni narrativi che si intrecciano grazie alla geografia dei luoghi e della famiglia, ma che di fatto seguono poi sviluppi diversi, imboccando ciascuno la propria strada. Le vicende del passato si riflettono soltanto in misura parziale sul presente, rimanendo a un livello superficiale, che impedisce di collocare gli esiti in una narrazione coerente dall’inizio alla fine.

Vero è che, per contrasto, emergono con chiarezza concetti e motivi universali in cui qualsiasi lettore può identificarsi. La fragilità di Amanda non appartiene soltanto a lei e alla sua età, così come quella di Lucia che dice espressamente di voler

Servire soltanto a me stessa, dimenticarli tutti. […] Mi tirano ognuno dalla propria parte, al proprio bisogno. M i spezzano.”2

è diversa da quella tutta anziana del padre.

la copertina del romanzo L'età fragile, di Donatella Di Pietrantonio, pubblicato da Giulio Einaudi editore (2023) nella collana Supercoralli
la copertina del romanzo L’età fragile, di Donatella Di Pietrantonio, pubblicato da Giulio Einaudi editore (2023) nella collana Supercoralli. Foto di Francesca Barracca

Infine, i legami familiari che in parte Di Pietrantonio aveva già indagato nei precedenti successi letterari L’Arminuta e Borgo Sud, qui si mostrano in tutta la loro ellitticità: tocca al lettore ricostruire le relazioni a partire dai non detti.

Con una scrittura asciutta, essenziale, quasi terrosa come i luoghi che la vicenda esplora, la campagna, il bosco, la montagna, il racconto si carica di un’atmosfera che attrae e che assicura quantomeno una scorrevolezza tale da costringere il lettore a divorare le pagine l’una dopo l’altra e tutte d’un fiato.

la copertina del romanzo L'età fragile, di Donatella Di Pietrantonio, pubblicato da Giulio Einaudi editore (2023) nella collana Supercoralli
la copertina del romanzo L’età fragile, di Donatella Di Pietrantonio, pubblicato da Giulio Einaudi editore (2023) nella collana Supercoralli

Note: 

1 D. di Pietrantonio, L’età fragile, Einaudi 2024.

2 Ivi, p. 50.

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