25 Marzo 2016
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L’eruzione del Vesuvio del 79 d. C. ha coperto e preservato pure i papiri appartenenti all’unica biblioteca dell’antichità a conservarsi integralmente fino ad oggi, ad Ercolano (Herculaneum). Recentemente è stato pure possibile leggere alcune parole da questi papiri carbonizzati, senza srotolare i delicatissimi reperti.
Un’altra scoperta recente riguarda l’utilizzo del piombo nell’inchiostro utilizzato per la scrittura nei manoscritti greci e romani. Fino a poco tempo fa si riteneva che quell’inchiostro fosse invece prodotto col carbonio, e che il metallo fu utilizzato maggiormente solo a partire dal quarto secolo d. C.
Un nuovo studio, pubblicato su Nature: Scientific Reports, si è spinto ora a formulare ipotesi sull’origine e lo stato del piombo in quei papiri. In particolare, si è scoperto inchiostro metallico in due frammenti dei papiri della biblioteca ritrovata ad Ercolano. Ciò modifica la nostra conoscenza della storia della scrittura e spinge indietro di alcuni secoli l’introduzione dei metalli nell’inchiostro.

Lo studio “Tracking ink composition on Herculaneum papyrus scrolls: quantification and speciation of lead by X-ray based techniques and Monte Carlo simulations”, di Pieter Tack, Marine Cotte, Stephen Bauters, Emmanuel Brun, Dipanjan Banerjee, Wim Bras, Claudio Ferrero, Daniel Delattre, Vito Mocella & Laszlo Vincze, è stato pubblicato su Nature: Scientific Reports.
 
Link: Nature: Scientific ReportsAlphaGalileo via Universiteit Ghent
Ercolano, panorama. Foto di Lalupa, da WikipediaCC BY-SA 3.0.

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