“Ligabue & Vitaloni – Dare voce alla Natura” – La mostra a Parma
Qualche tempo fa, con l’uscita del film “Volevo Nascondermi” di Giorgio Diritti, abbiamo riscoperto la figura dell’artista Antonio Ligabue (1899-1965), superbamente interpretata da Elio Germano (per saperne di più, qui la recensione del film).
In questo periodo, proprio a Parma – città molto vicina a Gualtieri, dove l’artista ha vissuto e ha dipinto per la maggior parte della sua vita – si sta svolgendo un’importante mostra che raccoglie più di 80 opere tra dipinti e sculture di Ligabue, oltre che 15 opere plastiche del nostro contemporaneo Michele Vitaloni, in un dialogo e sincretismo perfetti, dove la natura diventa il fil rouge dell’intera esposizione.
La mostra “Ligabue & Vitaloni. Dare voce alla Natura” è realizzata da Augusto Agosta Tota, Marzio Dall’Acqua e Vittorio Sgarbi, organizzata dal “Centro Studi e Archivio Antonio Ligabue di Parma” e promossa dalla “Fondazione Archivio Antonio Ligabue di Parma”; il luogo scelto per ospitarla è Palazzo Tarasconi, nella sua prima riapertura al pubblico dopo diverso tempo.
La rassegna è inoltre dedicata alla memoria di Flavio Bucci, l’attore scomparso lo scorso 18 febbraio che, con la sua indimenticabile interpretazione, aveva dato volto ad Antonio Ligabue, nel film diretto nel 1982 da Salvatore Nocita.
L’allestimento, molto minimalistico, gioca tutto sul contrasto tra gli ambienti del palazzo e i colori vibranti dei dipinti; il visitatore si immerge tra sculture e quadri anche grazie alle luci che svelano il più piccolo dettaglio e particolare, oltre che alla musica d’atmosfera caratterizzata da suoni di fiere e fruscii del vento.
La suddivisione degli spazi favorisce un incontro tra Ligabue e Vitaloni ben riuscito, evocativo sia per la resa del dinamismo e per la vividezza della pittura del primo, sia per lo straordinario realismo e la maestosità scultorea del secondo.
E così si susseguono leopardi, tigri, leoni ma pure ben più miti (e meno esotici) cavalli, volpi, mucche in scene di vita agreste.
Questo trionfo della Natura rende anche inesorabile la presa di consapevolezza, da parte dell’osservatore, del posto dell’Uomo nel disegno complessivo: ci si rimpicciolisce davanti alle imponenti sculture di Vitaloni, si partecipa passivamente al combattimento tra animali feroci nelle raffigurazioni di Ligabue.
Nella mostra viene dato ampio spazio anche all’attività ritrattistica del Ligabue, con un’ampia sezione in cui compaiono diversi personaggi, protagonisti nella sua vita a Gualtieri, tra cui il ben noto “Ritratto di Elba”.
Ultima sala in ordine di visita della mostra, è lo spazio dedicato alla serie di autoritratti di Antonio Ligabue; non appena si entra ci si trova in uno spazio davvero suggestivo, ovoidale, con i quadri disposti lungo le pareti in modo armonico e coerente.
Gli autoritratti sono liberamente accostati e non in ordine cronologico, il che fornisce una diversa chiave interpretativa, soggettiva rispetto agli occhi di chi guarda.
Una mostra, dunque, che corona l’apogeo di Parma come capitale italiana della cultura 2020-2021: aperta dal 17 settembre 2020, è visitabile fino al 30 maggio 2021.
photo credits: Fondazione Archivio Antonio Ligabue di Parma