DA BOTTICELLI A MUCHA. Bellezza, Natura, Seduzione“, la mostra
17 aprile – 27 luglio 2025
Torino, Musei Reali – Sale Chiablese

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commento a cura di Luca Swanz Andriolo (17 aprile 2025)

La Bellezza salverà il mondo
Fëdor Dostoevskij

Troia cadde per una donna, e ora la Storia è ridotta a un gioco di seduzione.
Lord Byron

La mostra, aperta al pubblico dal 17 aprile 2025 nelle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino, ha più di un punto d’interesse e spicca, rispetto ad altre collettive antologiche, insieme per la coerenza e l’eterogeneità della proposta, con la sua linea orizzontale e cronologica e quella tematica, verticale.

Per alcuni l’opera d’arte è il risultato finale voluto dall’artista, a cui le analisi tecnologiche o le indagini sulle varianti non aggiungono molto, per altri l’opera è ciò che appare nel presente, con i segni del tempo e dell’usura (tanto che la versione a colori vivaci del restauro della Cappella Sistina ha persino deluso qualche fruitore, abituato alle velature involontarie di anni di fumo di candela). Nel caso in questione, quando si tratta di una Venere di Botticelli (1485-1490), esposta nella sua magnificenza, insieme ai risultati delle indagini scientifiche che mostrano il substrato di linee, ripensamenti e addirittura una piuma poi scomparsa, lo spettatore si trova di fronte a una duplice meraviglia. La riflettografia ci regala, per certi versi, altre opere, oltre a lasciarci apprezzare la ricerca del pittore di una forma perfetta. Si potrebbe persino aggiungere che tutto ciò abbia un valore estetico, oltre che storico e scientifico, come nel caso della radiografia che crea un’immagine sospesa tra Bacon e Warhol, benché questa sia solo una suggestione eventuale ed analogica.

Gallery con foto © Plastikwombat 2025, Silvia Vaulà e Paolo Grinza.

Lungo il percorso della mostra, che include opere del già citato Sandro Botticelli, di Carlo Cignani, Abraham Constantin, Francesco Morandini detto il Poppi in confronto diretto con Pietro Muttoni detto Della Vecchia, ma soprattutto dei bellissimi carboncini di Antonio Canova e, tra gli altri, un’abbacinante Lucrezia di Cristoforo Savolini (1639-1677), la figura femminile è ovviamente centrale, tra il pudore di drappi sulle parti intime e irrealistiche censure che cancellano la vulva nei nudi frontali, tra richiami all’arte romanica e greca – esempio di antichità ideale e idealizzata, specialmente nelle opere di Girolamo da Carpi – e specchio dei tempi di un periodo che copre cinquecento anni di raffigurazione e personificazione della Bellezza, sempre tra realismo ed azzardo anatomico, simbolismo e ritrattistica, mito e allusione. Si procede da Venere, Elena di Troia, le Tre Grazie (rappresentate anche in una versione proveniente dall’Atellier di Francesco Menzio, in un olio su tela datato 1960-1970, come busti acefali), le Muse, le Sibille, le grottesche della Domus Aurea, alle bellezze di Corte, una suggestiva Aracne di Carlo Stratta (1893) e l’affascinante Semiramide di Cesare Caraggi (1905 circa), i volti di Margherita di Savoia, Elisabetta di Baviera, un breve filmato sul divismo e infine le figure di Mucha, esempio fondante dell’Art Nouveau, che termina nella cartellonistica pubblicitaria.

Non manca la Natura, con le raffigurazioni animali della Wunderkammer di Carlo Emanuele I, ad opera di disegnatori anonimi e fantasiosi, o di tassidermisti forse goffi ma non privi di gusto: l’Ibis Rosso in tempera e piume applicate su carta (1600-1630) pare un’opera contemporanea, di una bellezza bizzarra e stilizzata.

Persino le armi decorate, provenienti dall’atelier ferrarese e da quello milanese, dimostrano un fascino innegabile.

Il tutto ci fa riflettere sulla bellezza come epifania e convenzione, tra natura e cultura, sull’evoluzione dei mezzi tecnici e delle visioni artistiche, dei canoni e delle mode.

La parte immersiva – ormai d’obbligo – dell’allestimento non intralcia la fruizione e non distoglie l’attenzione dai capolavori presenti, al limite incornicia e accompagna con grazia e discrezione, compresa la sala per l’immancabile selfie, questa volta previsto e ironicamente sottolineato da una scritta che allo specchio risulta leggibile: sei un incanto.

Il viaggio attraverso cinque secoli di Storia dell’Arte termina magnificamente di fronte al Volto di Fanciulla (in realtà busto) di Leonardo da Vinci, presunto studio per la Vergine delle Rocce (1478-1485). La bellezza del viso, la precisione e la disinvoltura del tratto, la precisione anatomica, la natura di schizzo (l’antenato dell’istantanea fotografica) e insieme la perizia dei particolari, oltre alla singolare personalità esecutiva (come il tratteggio non incrociato) danno a questo ritratto a punta metallica su carta preparata (lega di rame) con lumeggiature di biacca un valore estetico che non può lasciare indifferenti. L’occhio della ragazza ci guarda (ancora) e per fortuna noi possiamo guardarlo. Un’emozione, una definitiva seduzione.

Il catalogo, edito da Moebius, rende giustizia all’intero percorso, con interventi critici di livello e approfondimenti preziosi.

Forse la Bellezza non salverà e non condannerà il mondo, ma di certo darà all’arte la sua ragion d’essere, la sua necessaria, paradossale inutilità pratica, la sua fondamentale importanza per l’esperienza (o esistenza?) umana.




Dal 17 aprile 2025, nelle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino apre al pubblico la mostra “DA BOTTICELLI A MUCHA. Bellezza, Natura, Seduzione”, un viaggio nella seduzione e nella bellezza espresse attraverso il mito, la natura e l’universo femminile, da sempre principali soggetti della creazione artistica.

Con oltre 100 opere tra dipinti, disegni, sculture antiche e oggetti d’arte provenienti dai Musei Reali di Torino, dalle Gallerie degli Uffizi e da molte altre prestigiose istituzioni, la mostra spazia da magnifiche statue e bassorilievi, reperti archeologici di età romana, passando da Botticelli e Lorenzo di Credi – di cui vengono messi a confronto due incredibili capolavori – proseguendo con opere rinascimentali; un excursus per temi che toccano il mito, il fascino dell’antico, la natura e l’universo femminile, fino ad arrivare all’inizio del Novecento con la seduzione delle opere di Alphonse Mucha, maestro dell’Art Nouveau.

Tra i capolavori in mostra, la Venere di Botticelli della Galleria Sabauda e la Dama con l’unicorno di Luca Longhi da Castel Sant’Angelo.

La mostra contiene anche preziosi focus su figure femminili straordinarie quali la Contessa di Castiglione, figura emblematica di fine Ottocento, nobildonna di rara bellezza e seducente agente segreto, o ancora principesse e regine di Casa Savoia.

Verranno anche svelate, per la prima volta, le indagini diagnostiche realizzate sulla Venere di Botticelli, da cui si potranno scoprire i pensieri e i ripensamenti dell’artista.

Contestualmente, ospite d’onore della mostra, sarà lo splendido Volto di fanciulla, disegno autografo di Leonardo da Vinci realizzato tra il 1478 e il 1485 circa, proveniente dalla Biblioteca Reale ed esposto nel nuovo Spazio Leonardo al primo piano della Galleria Sabauda.

Prodotta dai Musei Reali di Torino e da Arthemisia, la mostra è curata da Annamaria Bava e sarà visitabile nella Sale Chiablese dei Musei Reali dal 17 aprile al 27 luglio 2025.


Sede
Torino, Musei Reali – Sale Chiablese

Date al pubblico
17 aprile – 27 luglio 2025

Informazioni e prenotazioni
T. + 39 011 1848711
www.arthemisia.it

 


 

Testo e immagini dall’Ufficio Stampa Arthemisia

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