ARTISTE A ROMA. PERCORSI TRA SECESSIONE, FUTURISMO E RITORNO ALL’ORDINE

Musei di Villa Torlonia, Casino dei Principi

14/06/2024 – 06/10/2024

Leggi qui il racconto di Alessandro Turillo (13 giugno 2024)
Leggi qui le informazioni ufficiali sulla mostra


Grazie all’arte frammenti di ricordi attraversano il tempo e lo spazio, mentre le opere portano insieme alla bellezza anche alcune di quelle domande a cui è difficile rispondere: chi siamo?
Come guardiamo al mondo? Che cosa stiamo facendo al nostro presente?

Ma con che voce, queste domande ci vengono poste? Per moltissimo tempo la voce dell’arte è stata maschile.

Donne nella storia dell’arte ce ne sono sempre state, anche se magari non ne conosciamo neppure il nome. A partire dalla fine degli anni ’60, con la rivoluzione sessuale/sentimentale, le donne rivendicano con più forza un proprio spazio, e la loro voce inizia a farsi sentire, come il 18 ottobre 1973 a New York. Durante un’importante mostra da Sotheby’s, un gruppo di attiviste della “Women in the Art”, accese i fari sulle scelte di vendita della serata: delle cinquanta opere esposte, solo una era di una donna.

L’arte delle donne però è sempre esistita, come i fiumi carsici, che possono dissetare chi conosce i segreti della terra.

Oggi, tanti di quei fiumi hanno trovato la luce presso la mostra Artiste a Roma. Percorsi tra Secessione, Futurismo e Ritorno all’Ordine.

Nelle sale espositive del Casino dei Principi di Villa Torlonia, si possono ascoltare le voci di alcune artiste, che lavorarono tra l’inizio del XX secolo e il periodo postbellico a Roma.

Centrali per questa esposizione sono dunque la capitale stessa e le creazioni avvenute durante il periodo storico del ventennio fascista. Una fase storica che in questi anni nel nostro Paese, è ancora al centro di accese discussioni politiche e culturali.

La mostra è un chiaro manifesto dei cambiamenti di stile dell’arte italiana che avvennero a partire dalla conclusione della prima guerra mondiale, fino al termine della parabola fascista. Secessione, Futurismo e Ritorno all’Ordine identificano il passaggio delle poetiche del tempo, attraverso la sapienza tecnica delle artiste presentate.

Il primo impatto con le opere è quello di un caleidoscopio di colori che vibrano verso una tonalità aperta alle contaminazioni espressive.

L’allestimento della mostra è felicemente adatto alla valorizzazione di tutti i lavori, e accompagna gli spettatori attraverso le varie epoche, con un approfondimento nelle sale del pianterreno su Růžena Zátková. Di questa artista possiamo osservare due opere “materiche ante litteram” (1920), trent’anni prima dei lavori di Burri, ed una sala dove regna la fantasia cromatica di tavole double face, dedicata alla “Vita del Re David secondo le leggende bibliche”.

L’invito per i visitatori è quello di darsi il tempo di leggere i pannelli introduttivi di ogni sala, che sono stati preparati con attenzione e amore dalle Curatrici, coadiuvate da un gruppo di studentesse scelte per merito, presso il dipartimento SARAS (Storia Antropologia Religioni Arte e Spettacolo) di Roma.

Queste scritture brevi e chiare incentivano l’incontro con mondi che ci sono affini per consuetudine, ma la cui riesplorazione potrebbe arricchire ulteriormente il nostro punto di vista sulla prima metà del ‘900.

Il movimento artistico racconta della sua reazione non solo al “caos benedetto” delle avanguardie di inizio secolo, con il loro carattere rivoluzionario. Ma anche una chiara risposta alla feroce distruttività della prima guerra mondiale, al termine della quale sorse la necessità di ancorarsi a valori più classici, come quelli tradizione rinascimentale. Il consolidarsi del Fascismo adottò con piacere i valori del Futurismo e del Ritorno all’Ordine, perché si sposavano bene con la costruzione ideologica che stava mettendo in atto, in netta antitesi alla ricerca diversamente sperimentale di avanguardie come Espressionismo e Dadaismo.

In parallelo a questo tipo di tendenza, gli artisti che operarono durante il Regime Fascista furono sollecitati ad aderire e a declinare rappresentativamente l’idea di mondo che andava imponendosi. Da questo punto di vista si potrà eventualmente scegliere di riflettere sui rapporti tra cambiamento di stile, adesione ad una certa idea, e linee di fuga più o meno accentuate, rispetto ai canoni imposti per lavorare.

L’allestimento offre la possibilità di incontrare il passaggio di poetiche che alcune artiste adottarono nel corso della loro carriera.

Alcune di loro parteciparono a più di una corrente stilistica. A tal proposito, accenno di prestare attenzione alla tele di Edita Broglio del 1912 (“La montagna incandescente”), che al pianterreno incontriamo in una sua vocazione espressionista, ma che al primo piano ritroviamo invece con “Uova Fresche” del 1928, in una insolita consonanza con il Ritorno all’Ordine, che si muove tra echi metafisici e slanci verso il realismo magico.

Sempre al primo piano, a proposito di Ritorno all’Ordine, e revisioni urbanistiche di Roma, possiamo osservare alcuni lavori di Eva Quajotto, di cui qui ricordo “Demolizione a Piazza Navona” del 1936, dove si presenta la memoria della riorganizzazione che il Regime mise in atto per slegare l’urbanistica della capitale, da un passato piacevolmente caotico e ricco di storia, verso una forma che voleva essere più funzionale e consona ad una città in cammino verso il nuovo ordine imperiale, anche al prezzo di demolizioni, sventramenti, stravolgimenti.

Fa da corollario, a questo discorso, sempre al primo piano, la galleria di foto di Ghitta Carell (artista di origini ebraiche), che rappresentano alcune figure di spicco della cultura del tempo, all’interno della quale troviamo anche una foto di Edda Ciano, la figlia del Duce, ed un ritratto di Mussolini stesso.

Molto interessante anche la scelta di adottare, per alcune opere, l’uso di pannelli tattili per i non vedenti, in modo da poter sentire le rappresentazioni pittoriche. In particolar modo ho trovato importante l’attenzione di questi pannelli per un’opera astratta dell’artista Benedetta Cappa Marinetti “Irradiazione di un nucleo di sviluppo (Primavera)” dove si potrà fare esperienza del concetto di energia, che fu così centrale nel movimento Futurista.

Incontra questa felice intuizione anche la possibilità per tutti, di toccare le statue esposte, avendo così accesso ad un contatto diretto con il lavoro delle scultrici.

Accenno solo ad una di loro, Antonietta Raphaël Mafai (anch’essa di origini ebraiche, e per questo perseguitata e costretta alla fuga), di cui qui troviamo, tra le altre, la scultura “Riflesso nello specchio” del 1945, in un realismo sensibile e vibrante, con una forte identità femminile.

La mostra – come si può intuire dagli di spunti qui discussi – è davvero un viaggio che offre molteplici strade, e proprio nel segno di questa ricchezza vorrei accennare ad uno dei quadri esposti di Mimì Quilici Buzzacchi, “Le melograne” del 1926. Mi soffermo sull’opera perché nella sua solitudine espositiva, in una bella sala intercapedine tra Futurisimo, Espressionismo e Ritorno all’Ordine, l’opera per fortuna di allestimento si trova a splendere sola e luminosa, nel passaggio di tutti i visitatori, che inconsapevolmente finiscono ammaliati in parte dalla sua posizione, ben visibile, in parte dalla felicità cromatica espressa, che anticipa per composizione alcuni lavori del nostro presente.

Essere artiste a Roma fino ed oltre la seconda guerra mondiale è stata una sfida contro le consuetudini di un tempo molto diverso da quello delle rivoluzioni degli anni ’70, ma sicuramente il riemergere di queste opere dagli archivi delle gallerie in cui sono state chiuse per troppi anni, è il segno di una tensione al riconoscimento di un bisogno condiviso: quello dell’integrazione fondamentale di tutte le voci del nostro presente, di un’attenzione sempre vigile su quelle parti di società che magari, anche oggi, sono costrette alla dimenticanza, ma senza le quali il racconto del mondo non solo sarebbe più povero ma anche meno autentico.

Si ringrazia Cinzia Di Cuonzo per la consulenza storiografico artistica.


Roma, 04 giugno 2024Artiste a Roma. Percorsi tra secessione, futurismo e ritorno all’ordine è la grande esposizione collettiva che aprirà al pubblico al Casino dei Principi di Villa Torlonia dal 14 giugno al 6 ottobre 2024.

L’esposizione, a cura di Federica Pirani, Annapaola AgatiAntonia Rita Arconti e Giulia Tulino, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata in collaborazione con Sapienza Università di Roma, Dipartimento SARAS (Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo) e con Zètema Progetto Cultura.

Il progetto espositivo aggiunge un ulteriore tassello di conoscenza a quel filone di ricerca, avviato da diversi anni dalla Sovrintendenza Capitolina, dedicato alle artiste e all’immagine della donna nella storia dell’arte.

Attraverso una selezione di quasi 100 opere tra dipinti, sculture e fotografie, la mostra documenta l’impegno artistico di molte pittrici e scultrici attive nella vita culturale capitolina nella prima metà del Novecento, esponenti di quelle avanguardie e di quei movimenti che, dal futurismo all’espressionismo, hanno attraversato gli anni del Ventennio fino al secondo dopoguerra. Artiste spesso sottostimate dalla storiografia, nonostante siano state protagoniste di una vasta produzione artistica che ha lasciato un segno significativo nella storia dell’arte italiana del XX secolo.

Tra le artiste italiane e internazionali presenti in mostra figurano i nomi di Evangelina Alciati, Teresa Berring, Wanda Biagini, Edita Broglio, Benedetta Cappa Marinetti, Ghitta Carell, Katy Castellucci, Leonetta Cecchi Pieraccini, Angela Cuneo Jacoangeli, Deiva De Angelis, Emilia de Divitiis, Maria Grandinetti Mancuso, Bice Lazzari, Pasquarosa Marcelli Bertoletti, Costanza Mennyey, Vittoria Morelli, Marisa Mori, Adriana Pincherle, Milena Pavlovic Barilli, Eva Quajotto, Mimì Quilici Buzzacchi, Antonietta Raphael, Virginia Tomescu Scrocco, Maria Immacolata Zaffuto, Emilia Zampetti Nava, Rouzena Zatkova.

Figure che provengono da esperienze, formazioni e contesti diversi, ma tutte pienamente integrate nel tessuto artistico di Roma, altra vera protagonista di questo progetto espositivo, una città che è stata crocevia privilegiato e luogo di incontro durante il Ventennio, sapendo accogliere e amalgamare le tendenze artistiche più diverse e divenendo luogo nevralgico per lo sviluppo dell’arte contemporanea.

L’esposizione, articolata in sei sezioni, propone un percorso che, attraverso alcuni nomi noti e meno noti del panorama artistico femminile italiano, attraversa cinquant’anni densissimi di avvenimenti: gli anni Dieci con le Secessioni romane, in cui prevalgono stili diversi come l’espressionismo, il divisionismo, lo Jugendstil, che incontrano dopo il 1916, anche il futurismo; segue la Prima guerra mondiale che introduce al Ventennio e in cui si afferma il cosiddetto “ritorno all’ordine”: anni caratterizzati dalla ripresa di canoni e temi classici mediati dal primo Rinascimento e promossi dalla rivista «Valori Plastici» in cui è presente anche la metafisica dei fratelli de Chirico. Ancora durante il Ventennio e sempre all’interno dei cosiddetti “ritorni”, s’incontra la Scuola di Via Cavour che propone un’arte fortemente espressiva e spesso in “silenzioso disaccordo” con il regime in atto. Il percorso si chiude con gli anni che precedono e seguono la Seconda guerra mondiale.

Catalogo della mostra a cura di De Luca Editori d’Arte.

SCHEDA INFO MOSTRA

Titolo mostra ARTISTE A ROMA. PERCORSI TRA SECESSIONE, FUTURISMO E RITORNO ALL’ORDINE

Luogo Musei di Villa Torlonia – Casino dei Principi

Via Nomentana, 70 – Roma

Apertura al pubblico 14 giugno – 06 ottobre 2024

Orario Dal martedì alla domenica ore 9.00-19.00

Ultimo ingresso ore 18.00

Giorno di chiusura: lunedì

Biglietteria Biglietto Casino dei Principi con Mostra:

€ 6,00 intero non residenti; € 5,00 ridotto non residenti;

5,00 intero residenti; € 4,00 ridotto residenti.

Biglietto cumulativo Casino Nobile + Casino dei Principi con Mostra + Casina delle Civette con Mostra + Serra Moresca:

14,00 intero non residenti; € 12,00 ridotto non residenti;

13,00 intero residenti; € 11,00 ridotto residenti.

Biglietto cumulativo Casino Nobile + Casino dei Principi con Mostra + Casina delle Civette con Mostra:

11,00 intero non residenti; € 10,00 ridotto non residenti;

10,00 intero residenti; € 9,00 ridotto residenti.

Gratuito con la MIC card

Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali

Organizzazione Zètema Progetto Cultura

In collaborazione con Sapienza Università di Roma, Dipartimento SARAS (Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo)

Mostra a cura di Federica Pirani, Annapaola Agati, Antonia Rita Arconti,

Giulia Tulino

Catalogo De Luca Editori d’Arte

Info Mostra Info 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00)

www.museiincomuneroma.it 

www.sovrintendenzaroma.it

www.museivillatorlonia.it 

www.zetema.it

Testo e immagini dall’Ufficio Stampa Zètema Progetto Cultura. Aggiornato il 13 giugno 2024.

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