Il Ministro della Cultura Alessandro Giuli e il Viceministro Edmondo Cirielli al Parco Archeologico di Ercolano per inaugurare una nuova fruizione, tra Domus restaurate e App digitale
Clicca qui per la presentazione e l’inaugurazione
Clicca qui per Progetto Domus
Clicca qui per la Casa del Colonnato Tuscanico
Clicca qui per la Casa del Sacello di legno
Clicca qui per il cold case del Parco Archeologico di Ercolano, nuove scoperte nella Stanza del custode del Collegio degli Augustali
Clicca qui per le Terme Suburbane
Clicca qui per ErcolanoDigitale
Il Parco Archeologico di Ercolano si prepara a entrare nel futuro con una serie di proposte innovative che offrono ai visitatori un’esperienza ancora più completa e coinvolgente. Presentata oggi, alla presenza del Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, del Viceministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale On.le Edmondo Cirielli, la conclusione della prima fase del Progetto Domus, con l’apertura dopo oltre venticinque anni di due tra le più belle residenze dell’antica città: taglio del nastro per la Casa del Colonnato Tuscanico e la Casa del Sacello di legno, simbolicamente rappresentative dell’origine dell’antica Ercolano per un dipinto dove è raffigurato il sacrificio di fondazione della città da parte di Ercole, nella prima, e per il ritrovamento di una statuetta dello stesso eroe nel larario da cui prende il nome la seconda. Grazie all’ampliamento dell’offerta culturale, Ercolano si conferma un luogo unico dove la storia antica incontra le tecnologie moderne.
Casa del Colonnato Tuscanico. Gallery
Casa del Sacello di legno. Gallery
Ed è il Ministro Giuli ad essere testimone della nuova vita del Parco: nella giornata del 19 marzo al Ministro è stata presentata una Ercolano in pieno fermento: oltre all’apertura delle Domus restaurate, la nuova veste della Stanza del custode del Collegio degli Augustali, i lavori in corso alle Terme Suburbane e le manutenzioni straordinarie su scala urbana. E per entrare in sintonia con questi straordinari luoghi il Parco mette da oggi a disposizione una nuova app mobile per sistemi Android e IOs, parte integrante di Ercolano Digitale, un vero e proprio ecosistema di risorse online fruibili attraverso il nuovo portale istituzionale del Parco, ricco di molteplici servizi e contenuti 3D, la piattaforma dedicata alla catalogazione dei reperti (già on line attraverso il collegamento dinamico con Il Catalogo Nazionale dei Beni Culturali) e il portale Open Data, presto on line per l’intera comunità scientifica di riferimento e non solo.
Terme Suburbane di Ercolano. Gallery
L’App Ercolano digitale è disponibile in nove lingue e può essere scaricata liberamente dai principali store; sfrutta l’innovativa connessione WIFI e LiFi del Parco attraverso cui le informazioni arrivano automaticamente sui device fornendo contenuti contestuali rispetto alla posizione del visitatore grazie ad una capillare rete di beacon bluetooth, unica nel suo genere nei siti archeologici italiani. I visitatori possono scegliere tra cinque percorsi in base ai contenuti tematici, all’età e ai tempi di percorrenza per una visita a misura di tutti.
A fare gli onori di casa il Direttore del Parco Francesco Sirano, insieme ai rappresentati del Packard Humanities Institute (prof. Richard Hodges, arch. Jaime Garcia e arch. Jane Thompson) l’Ente filantropico che affianca Ercolano in un partenariato pubblico privato che dura da ben 24 anni. Il Direttore ha sottolineato l’estrema complessità e innovazione tecnologica degli interventi sulle domus appena riaperte e si è soffermato sul complessivo approccio strategico ai temi della conservazione e della fruizione del patrimonio. Nuove entusiasmanti prospettive si aprono grazie alla sottoscrizione (luglio 2024) del protocollo d’Intesa con il Packard Humanities Institute con la realizzazione di nuovi depositi, laboratori, uffici e la storica ripresa, a quasi cento anni dall’inizio degli scavi Maiuri, delle ricerche archeologiche su vasta scala nell’area est della città antica.
“A un quarto di secolo dalla loro chiusura, le dimore della Casa del Colonnato Tuscanico e della Casa del Sacello di legno riaprono i battenti, restaurate con sapiente maestria, segnando il compimento della prima fase del Progetto Domus. L’ultraventennale alleanza con il Packard Humanities Institute si conferma feconda e lungimirante. Un sodalizio che proseguirà con un investimento di circa 45 milioni di euro, consentendo la ripresa degli scavi archeologici nel sito, lo studio e l’applicazione delle nuove tecnologie alla ricerca e alla fruizione del patrimonio, la costruzione di depositi e laboratori“, così il Ministro della Cultura Alessandro Giuli.“La riapertura di due domus e la realizzazione della App Ercolano, frutto della più che ventennale collaborazione con la Fondazione Packard – dichiara il Vice Ministro per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli – testimonia quanto lo straordinario patrimonio culturale campano possa attivare importanti canali di diplomazia culturale, capaci di innescare lo sviluppo armonioso del territorio portando crescita, conoscenza e occupazione di qualità. La valorizzazione di Ercolano continua così ad aprire a importanti prospettive nel dialogo transatlantico tra Italia e USA, contribuendo al contempo alla tutela di un sito archeologico di grande importanza”.Le parole del Direttore del Parco Archeologico di Ercolano, Francesco Sirano:
“Il nostro obiettivo è quello di rendere il Parco Archeologico di Ercolano un luogo dove storia, cultura, tecnologia, ma anche familiarità con le nostre origini che definirei quasi sentimentale, si intrecciano per offrire ai visitatori un’esperienza senza precedenti. La sfida principale che ha caratterizzato l’intero intervento sulle domus ha riguardato la necessità di contemperare esigenze tecniche e di conservazione (come ad esempio ripristinare la stabilità strutturale) con una presentazione al pubblico che ne esaltasse le caratteristiche che le rendevano spazi del buon vivere, di vita raffinata e operosa della quale esse sono testimonianza di grandissimo valore storico e monumentale. L’ampliamento dell’area di fruizione grazie all’apertura delle domus in cui si è intervenuti è parte integrante di una visione del sito rivolta al futuro che comunica valori universali. Per farlo ci si è avvalsi delle nuove tecnologie che contribuiscono a far conoscere al mondo la ricchezza storica di questo patrimonio dell’Umanità in modo innovativo e accessibile a tutti. Con la nuova App, ogni visitatore potrà non solo esplorare i nostri siti, ma anche entrare in contatto con il nostro archivio digitale, un patrimonio che cresce ogni giorno grazie al lavoro di conservazione e ricerca che portiamo avanti con passione. Siamo pronti a proiettare nel futuro il nostro straordinario passato, e siamo pronti anche al l’avvio di nuovi scavi nell’area est della città antica: una ripresa storica delle ricerche resa possibile, come tanti altri importanti progetti, dall’eccellente partenariato pubblico privato con l’ente filantropico americano Packard Humanities Institute. L’approccio multidisciplinare e l’adozione di un piano di gestione del sito, a partire dal 2017, ha portato alla definizione di programmi di manutenzione a scala urbana che hanno disinnescato le emergenze, hanno permesso la riduzione delle aree di degrado e hanno garantito la tutela del patrimonio UNESCO”.L’arch. Jane Thompson, manager incaricato della gestione del partenariato-pubblico su incarico delle fondazioni Packard, dichiara: “Oggi festeggiamo gli ultimi esiti di un lungo cammino a Ercolano nella prospettiva e corresponsabilità della strada da percorrere nel prossimo, immediato futuro. Forte di 24 anni, a partire dal 2001, le azioni congiunte per la conservazione e valorizzazione della città antica insieme a progetti mirati a ripensare il suo rapporto con la città moderna attraverso la riqualificazione del quartiere confinante di via Mare, oggi il partenariato pubblico-privato sta entrando in una nuova fase, ancora più importante.La realizzazione di un nuovo complesso di edifici, arretrati verso sud rispetto al sito archeologico, consentirà l’eliminazione delle infrastrutture moderne esistenti a bordo scavo e l’arretramento degli attuali limiti di scavo verso est e sud. Questa “rivoluzione” crea le condizioni per due svolte epocali: la ripresa degli scavi archeologici verso est ad una scala paragonabile solamente a quella dell’epoca di Amedeo Maiuri; la creazione di un paesaggio verde per chi esplora la città antica, luogo accogliente sia la per la comunità locale quanto per i visitatori del sito archeologico. L’azione combinata di questi progetti farà del Parco Archeologico di Ercolano e del suo territorio, nel medio e lungo periodo, un importantissimo punto di riferimento internazionale per gli studi umanistici.”
Progetto Domus
‘Restauro conservativo delle strutture e delle superfici decorate delle domus più importanti di Ercolano’
Il Progetto Domus, di restauro conservativo di sei domus, è stato basato sul consolidato approccio che caratterizza la programmazione congiunta tra il Parco Archeologico di Ercolano ed il Packard Humanities Institute, vale a dire una efficace distribuzione delle risorse economiche che abbia come obiettivo la conservazione “orizzontale” e diffusa del Bene Culturale, al contrario dell’approccio “casa per casa”.
Alcune delle lavorazioni più complesse sono state realizzate nella Domus del Colonnato tuscanico, dove è stato effettuato un intervento di parziale sollevamento delle colonne del peristilio con annessa trabeazione, riportandolo allo stato originario di epoca romana e rafforzando la struttura statica della casa, resa finalmente visitabile.
Nelle Domus del Colonnato tuscanico e del Sacello di legno, riconsegnate oggi ai visitatori, grande attenzione è stata rivolta alle delicate pavimentazioni, in particolare quelle in battuto di cocciopesto, e al ripristino delle condizioni conservative per garantirne la stabilità in funzione della riapertura. Sono state testate nuove tipologie di malte di ripristino per verificarne la durabilità in un contesto all’aperto e soggetto a notevoli sollecitazioni meccaniche.
Le superfici decorative parietali quali dipinti murali e intonaci sono state consolidate, garantendone la protezione e assicurando una corretta gestione dell’acqua piovana. In questo modo, nell’arco di qualche anno, gli indici di umidità nelle murature saranno di molto ridimensionati rendendo possibile una ulteriore, nuova fase di interventi, volta al recupero estetico delle superfici, operazione al momento già effettuata su alcuni affreschi in idonee condizioni delle domus coinvolte.
Il progetto di restauro prevede complessivamente interventi su sei Domus, di cui quattro ora in avanzato stato di lavorazione (Casa a Graticcio, Casa del Mobilio Carbonizzato, Casa dell’Apollo Citaredo e Casa dell’Atrio a Mosaico) e rientra nel processo di programmazione congiunta e pluridisciplinare per la conservazione del sito archeologico sul modello di governance di partenariato pubblico-privato attivo da più di vent’anni tra il Parco archeologico di Ercolano ed il Packard Humanities Institute. Il risultato sul lungo periodo porterà ad attuare cicli manutentivi continui, e all’ampliamento dell’offerta di fruizione per il pubblico, con conseguente beneficio anche per le aree che attualmente soffrono di una rilevante pressione antropica.
L’intervento Restauro conservativo delle strutture e delle superfici decorate delle domus più importanti di Ercolano, è finanziato con i Fondi del Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) “Vesuvio – Pompei – Napoli”. Piano Sviluppo e Coesione del Ministero della Cultura – Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) 2014-2020, gestiti, per il Ministero della Cultura, dall’Autorità Responsabile del Piano Sviluppo e Coesione del Dipartimento per l’Amministrazione Generale, per il tramite dell’Unità Grande Pompei, per l’importo complessivo di € 5.000.000.
Casa del Colonnato Tuscanico, in un pannello l’origine della città dedicata a Ercole
La Casa del Colonnato Tuscanico si trova al centro della città antica con ingresso principale dal Decumano Massimo. Il nome deriva dal tipo di colonne utilizzate nel peristilio che racchiudeva il giardino domestico. domestico. La casa fu scavata negli ultimi anni della direzione Maiuri tra 1959 e 1960 e i restauri completati nei primi anni 70 del 900. Scavi archeologici condotti durante questo restauro hanno confermato che l’attuale planimetria, a forma di L rovesciata, deriva dalla fusione di due unità abitative del II secolo a.C. unificate soltanto nella prima età imperiale a seguito di una complessiva riorganizzazione dell’intero settore nord-occidentale dell’Insula in cui venne edificato anche il cd. Collegio degli Augustali. Le fauces (ingresso) sono affiancate da due botteghe aperte sul Decumano Massimo ma comunicanti con l’abitazione, segno che veniva gestita da chi abitava la casa. La bottega, con ingresso al civico 16, era in origine un cubicolo aperto sull’atrio, dipinta in III Stile con una scena di sacrificio alla presenza di Ercole. Sull’atrio, con originale impluvio di tufo rivestito di marmo in età imperiale e trasformato in fontana, si apre un altro corridoio dal quale si accede al peristilio con colonne che dà il nome alla casa. Su questo corridoio fu trovato un soppalco con un deposito di venti anfore. A destra nel peristilio si apre il triclinio, la grande stanza conviviale con una coppia di semicolonne sull’ingresso volutamente più largo per avere una migliore vista sul giardino le cui pareti sono decorate con immagini di Bacco e di Apollo. Sul lato ovest del peristilio si aprono gli ambienti di servizio: la cucina, con bancone e pittura di larario con serpenti agatodemoni, e i ripostigli. In una stanza al primo piano furono trovate 14 monete d’oro e un sigillo di M(arco) Co(minio) Fru(gi) probabile nome dell’ultimo abitante o proprietario della casa.
Scheda degli interventi tecnici attuati nella Casa del Colonnato Tuscanico
In ambito architettonico e strutturale, molteplici sono gli obiettivi che hanno caratterizzato la progettazione degli interventi nelle sei domus, tra cui:
-
sperimentare tecniche ripetibili, in particolare relativamente al miglioramento degli interventi sugli elementi di integrazione moderna;
-
sperimentare approcci per le modalità di visita in modo da ampliare l’apprezzamento e monitorare in seguito l’impatto sul patrimonio archeologico;
-
affrontare il tema della protezione in situ dei reperti in legno carbonizzato, congiuntamente con interventi di restauro e consolidamento;
-
affrontare lo studio della vulnerabilità sismica degli edifici, che nel contesto urbano quale è l’antica città di Ercolano non possono essere considerati come singole unità, ma piuttosto strettamente interconnessi al contesto circostante dell’insula; conseguenza delle valutazioni sulla vulnerabilità sismica è stata la progettazione degli interventi mirati al miglioramento della risposta dei ruderi alle azioni dinamiche.
La Casa del Colonnato Tuscanico rappresenta la domus in cui finora sono stati maggiormente affrontati tutti i temi sopra citati, ai quali sono state compiutamente date risposte e soluzioni. In questa domus, affetta dalle forme di degrado tipicamente causate dalla mancanza di coperture e caratterizzata dalla presenza di elementi strutturali costituiti da materiali poco compatibili con le fragili strutture archeologiche (ad esempio, architravi in cemento armato; oppure orizzontamenti di copertura eccessivamente pesanti per le murature) sono state eseguite opere che hanno interessato principalmente il quartiere del peristilio, pur non trascurando le criticità presenti nel quartiere dell’atrio (rifacimento creste murarie, sostituzione di solaio di copertura sul tablino, sostituzione di architravi in c.a. con architravi in legno).
Di particolare rilevanza è stato il delicato intervento di parziale scomposizione e sollevamento della muratura al di sopra delle colonne del peristilio con annessa trabeazione, con conseguente innalzamento delle colonne stesse mediante aggiunta di filari di laterizi, per ovviare al disallineamento degli antichi alloggi delle travi presenti nella muratura.
La maggior parte degli interventi sugli apparati decorativi selezionati in questo progetto predilige il consolidamento degli intonaci e del film pittorico, rispetto ad operazioni più estetiche come la pulitura o il ritocco pittorico, perché in fase di progettazione l’obiettivo era eliminare il rischio di perdita del bene, cercando di uniformare le condizioni conservative a quelle del resto del sito che stava cambiando.
Casa del Sacello di legno
La casa deve il suo nome a un bellissimo armadio con larario in legno a forma di tempietto con capitelli corinzi, ritrovato carbonizzato in un cubicolo al piano terra a destra dell’ingresso.
La domus, seppur con piccole trasformazioni avvenute nel corso del tempo, ha conservato fino alla sua ultima fase di vita il tipico aspetto delle dimore ercolanesi di II secolo a.C. Ne è dimostrazione la disposizione planimetrica delle stanze con la canonica successione di ingresso, fauces, atrio, tablino. Addirittura nell’atrio sono visibili le tracce di un antico loggiato (cenaculum) che si doveva sviluppare sul tablino e sulle stanze affacciate sul V Cardo, secondo un modello che ad Ercolano è ben rappresentato dalla Casa Sannitica. All’interno del larario furono trovati, tra l’altro, una statuetta di Ercole e un sigillo di Lucio Autronio Euthimione, ultimo proprietario della domus. Oggi la casa ci appare spoglia con pochi avanzi di decorazioni riferibili alla sua ultima fase di vita ma in antico doveva avere una certa dignità nonostante il modesto sviluppo planimetrico. Ne è conferma il bel pavimento del tablino che mostra un cocciopesto decorato con motivi geometrici ottenuti mediante l’inserimento di tessere bianche, databile tra il II ed il I secolo a.C. Proprio in corrispondenza dell’ingresso a questa stanza è stato realizzato un saggio archeologico che ha permesso di indagare i livelli sottostanti la pavimentazione in cocciopesto dell’atrio portando alla scoperta di una canaletta in mattoni e muratura, orientata Est-Ovest, che serviva a convogliare le acque dei tetti nella vasca dell’impluvio e da qui nella sottostante cisterna. Era dunque parte del sistema di accumulo d’acqua piovana che serviva al fabbisogno degli abitanti i quali potevano recuperarla attingendola attraverso l’imbocco circolare presente sul lato Sud della vasca: un elemento che resterà attivo fino all’ultimo momento di vita dell’edificio e che ci testimonia in maniera diretta il fatto che in questa domus, a differenza di molte altre presenti ad Ercolano, non vi era acqua corrente quando giunse l’eruzione del 79 d.C.
Scheda degli interventi manutentivi attuati nella Casa del Sacello di Legno
In questa domus alcuni interventi di carattere eminentemente strutturale, come la ricostruzione dei pochi solai di copertura presenti nella casa, sono stati eseguiti in anni precedenti. Nell’intervento attuale sono state realizzate lavorazioni propedeutiche prevalentemente alla fruizione. Anche questa domus, infatti, come la Casa del Colonnato Tuscanico, fa parte della progettazione “a tappe” nell’ottica di una efficace distribuzione delle risorse. I lavori hanno, quindi, riguardato prevalentemente le pavimentazioni delle fauces e dell’atrio, ambienti privi di copertura e quindi affetti da fenomeni di ristagno delle acque e crescita di vegetazione infestante. A seguito di una accurata pulizia archeologica, si è potuto constatare lo stato di conservazione estremamente precario del sottofondo originario e delle residue porzioni di finitura antica; inoltre, sono stati rilevati limitati spessori su cui attestarsi per l’esecuzione di un massetto di sacrificio moderno a copertura dello strato antico. Per questo motivo, gli interventi eseguiti di stuccatura delle porzioni antiche e di ricopertura del sottofondo sono da ritenersi di natura sperimentale al fine di valutare la durabilità degli stessi nel tempo, in assenza di coperture e sotto la pressione antropica determinata dall’azione di calpestio. Hanno completato le opere, alcuni interventi di rifacimento di sommità murarie e la posa in opera di nuovi infissi di chiusura.
Il cold case del Parco Archeologico di Ercolano, nuove scoperte nella Stanza del custode del Collegio degli Augustali
La Stanza del custode del Collegio degli Augustali del Parco Archeologico di Ercolano è stata oggetto nei mesi scorsi di un intervento di ricerca e restauro, in fase di conclusione, che ha consentito di riaprire quello che sembra un vero e proprio caso irrisolto (cold case). Le ricerche di antropologia fisica in corso si inquadrano nell’ambito di un progetto complessivo più ampio che il Parco Archeologico di Ercolano sta promuovendo sia in laboratorio che sul campo. Al Parco di Ercolano in collaborazione con l’Università di Bordeaux, con la guida del prof Henri Duday, è stato realizzato il micro scavo dello scheletro del giovane ritenuto il custode del collegio sul luogo stesso di rinvenimento che sarà completato nei prossimi giorni in laboratorio. Rilievi submillimentrici consentono di riprodurre, virtualmente o con stampa digitale 3D, anche tutto l’allestimento lasciato da Amedeo Maiuri.
Nel 1961 durante gli scavi a cielo aperto dell’antica Herculaneum, in un ambiente del Collegio degli Augustali, una vittima dell’eruzione del 79 d.C., un uomo di circa 20 anni fu trovato disteso su un letto di legno, sepolto dal fango vulcanico. Amedeo Maiuri lasciò lo scavo del letto con il giovane uomo ritrovato in posizione prona, volontariamente incompiuto per consentire al pubblico una prospettiva di visita immersiva lasciando la porzione più superficiale del letto e i resti scheletrici a vista, protetti da una teca in vetro, per attirare l’attenzione dei visitatori sul fatto che il giovane era stato sorpreso nel sonno dall’eruzione.
Il progetto in corso oltre allo scavo ha previsto anche restauri che hanno consentito di conoscere meglio l’edificio e in particolare questa enigmatica stanza del custode che prendeva luce ed aria non dall’esterno ma con una finestra all’interno del Sacello e per di più dotata di una doppia serie di barre verticali. Perché tanta accortezza? Per proteggere questo ambiente da intrusioni esterne o impedire chi vi si trovava di uscire?
Il Direttore del Parco Archeologico di Ercolano, Francesco Sirano commenta con interesse il progredire delle ricerche rese possibili, nell’ambito del programma di studi sull’antica popolazione di Ercolano, grazie alla collaborazione tra varie équipes nazionali e internazionali.
“L’avanzamento degli studi di antropologia fisica – dichiara il Direttore – insieme agli studi sul contesto di rinvenimento permetteranno in breve di avere un’idea sempre più chiara di quello che successe nella notte dell’eruzione ad Ercolano, ma anche di chi e di perché si trovava su quel letto. Ercolano si conferma anche sotto questo aspetto un laboratorio a cielo aperto per le più varie discipline; i resti delle vittime dell’eruzione continuano a fornirci sempre nuovi elementi per ricostruire le ultime ore, e talvolta i minuti di vita di questa cittadina affacciata sul mare al centro del Golfo di Napoli e sulla sua popolazione, dalle abitudini alimentari allo stato di salute, ai mestieri, al rango sociale di appartenenza, alle sue credenze e preoccupazioni. Queste ultime in alcuni casi talmente prossime alle nostre da creare l’incredibile empatia che questi luoghi UNESCO stabiliscono con chiunque li visiti o ne venga semplicemente a conoscenza”.
Terme Suburbane
Il complesso delle Terme Suburbane, incastonato tra l’antico arenile e la cinta muraria della città, occupa l’estremo meridionale dell’Insula Orientalis I, ai piedi delle lussuose abitazioni signorili affacciate sul mare, ed è certamente tra gli edifici pubblici più affascinanti e importanti di Ercolano, oltre ad esser l’edificio termale meglio conservato del mondo antico. Dalla terrazza con il monumento funerario dedicato dagli Ercolanesi a Marco Nonio Balbo, si accede al complesso termale in origine bagno privato della famiglia dei Nonii Balbi e poi ampliato e messo a disposizione degli abitanti di Ercolano. L’interno dell’edificio è caratterizzato da preziosi rivestimenti, tra cui pavimenti con sontuosi marmi, tra i più belli dell’antichità, decorazioni in stucco e architetture dipinte. Di particolare interesse sono inoltre le porte di legno che separavano ciascuna sezione termale ancora oggi bene conservate e il raro sistema ad induzione per mantenere calda l’acqua della piscina di uno dei due calidaria detto a samovar.
Sono in corso i lavori che permetteranno di riaprire al pubblico l’ edificio chiuso da oltre 20 anni, grazie ad un progetto redatto nell’ambito del partenariato pubblico-privato attivo nel Sito dal 2001, con il Packard Humanities Institute.
Scheda degli interventi manutentivi attuati nelle Terme Suburbane
L’intervento prevede opere di conservazione protezione e valorizzazione di strutture e di superfici decorate; ed in particolar modo riguardano:
-
il rifacimento dell’attuale copertura dell’intero edificio termale e di tutte le pavimentazioni adiacenti ad essa al fine di convogliare correttamente le acque meteoritiche verso l’antica spiaggia, garantendo così la stabilità dei parametri ambientali e una migliore condizione conservativa degli ambienti interni;
-
consolidamento delle facciate dell’edificio e messa in sicurezza di tutti gli apparati decorativi;
-
controllo nel complesso termale dei parametri conservativi attraverso il monitoraggio ambientale;
-
il miglioramento delle condizioni di fruizione attraverso un nuovo impianto di illuminazione e la definizione di nuovi percorsi di visita di accesso verso l’antica spiaggia, in una ottica di miglioramento e valorizzazione del fronte mare della città antica.
Parco di Ercolano diventa smart, la tecnologia prende per mano i visitatori per condurli in una visita interattiva e immersiva
Presentata la app ErcolanoDigitale, gemella digitale dell’antica città
Il Parco Archeologico di Ercolano presenta oggi la sua nuova app ufficiale, una proposta innovativa per rendere l’esperienza di visita ancora più coinvolgente e arricchente. La app, attraverso i nostri cellulari, diventa una porta personalizzata ed interattiva di accesso all’enorme patrimonio di conoscenza digitale del Parco, potendo consultare dati di archivio, documenti storici, foto attuali, modelli 3D con il duplice fascino di poterli vivere durante la visita, immersi direttamente nel mondo attuale del Parco e del mondo virtuale del tempo passato ma anche futuristico.
Una volta entrati nel Parco, la app permette di scegliere tra 9 lingue e la fascia di età di chi la usa. Sono a disposizione cinque percorsi con temi e durata differenti. Una mappa interattiva del sito e un sistema di geolocalizzazione attraverso beacon diffusi nel sito archeologico accompagnano i visitatori e permettono di collegarsi direttamente al ricco archivio di contenuti del Parco, consentendo di orientarsi facilmente tra i vari spazi archeologici. Grazie a questa funzione, i visitatori possono navigare in autonomia all’interno del Parco, scoprendo ogni angolo e curiosità.
Ma non è tutto: lungo il percorso, l’app offre contenuti multimediali che si attivano automaticamente in corrispondenza di punti specifici del sito. Testi, immagini, ricostruzioni virtuali e modelli 3D si combinano per offrire una comprensione profonda di ciò che si sta osservando. Ogni dettaglio prende vita, permettendo di esplorare la vita quotidiana degli abitanti di Ercolano, dalle abitazioni agli spazi pubblici, fino agli aspetti più intimi della loro routine.
Questa esperienza digitale permette di immergersi in una delle città romane più affascinanti, scoprendo la sua architettura, la sua storia e i suoi misteri. Grazie alla nuova app, il Parco Archeologico di Ercolano si pone come un esempio di innovazione nella fruizione culturale, coniugando la tradizione della ricerca storica con le moderne tecnologie, rendendo la visita ancora più coinvolgente per tutti i tipi di pubblico.
La app è disponibile gratuitamente su tutti i principali store digitali (iOS e Android) e rappresenta un ulteriore passo verso un’esperienza turistica sempre più accessibile e moderna.
“Attraverso questa applicazione, ogni smartphone diventa un compagno di viaggio digitale, trasformando la visita in un’esperienza immersiva, coinvolgente e personalizzata – dichiara il Direttore Sirano – La App diventa la finestra attraverso la quale affacciarsi e collegarsi all’immenso archivio digitale di Ercolano fatto di contenuti pensati per rispondere alle esigenze di un pubblico eterogeneo. Inoltre i testi disponibili in nove lingue e anche in formato audio rendono l’esperienza inclusiva e accessibile a tutti. Ogni aspetto è stato studiato per garantire una fruizione semplice e immediata, consentendo a ogni visitatore di vivere il sito in modo personalizzato”.
La app sfrutta tecnologie avanzate per offrire un’esperienza unica all’interno del sito archeologico. Grazie a una rete di beacon Bluetooth Low Energy, piccoli trasmettitori radio a bassa frequenza, i contenuti multimediali vengono attivati automaticamente garantendo una geolocalizzazione precisa e puntuale dei visitatori lungo il percorso. A supporto di questa infrastruttura, la copertura della rete dati è stata realizzata non solo attraverso il tradizionale Wi-Fi, ma anche mediante la rivoluzionaria tecnologia LiFi, che utilizza la luce per trasmettere informazioni in modo rapido ed efficiente. Questo approccio innovativo assicura un’interazione tecnologica all’avanguardia e a bassissimo impatto per il sito archeologico.
L’app rappresenta, nell’ambito del più ampio progetto Ercolano Digitale, un ulteriore passo in avanti nella creazione di strumenti digitali in grado di rendere sempre più coinvolgente la fruizione dello straordinario patrimonio archeologico degli scavi di Ercolano.
Per ulteriori informazioni e per scaricare l’app, è possibile visitare il sito ufficiale del Parco Archeologico di Ercolano al seguente https://ercolano.cultura.gov.it/app/
Testi, video e immagini dall’Ufficio Stampa del Parco Archeologico di Ercolano