anni Novanta Archivi - Classicult https://www.classicult.it/tag/anni-novanta/ Dove i classici si incontrano. Cultura e culture Fri, 25 Nov 2022 18:34:16 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.1 https://www.classicult.it/wp-content/uploads/2018/08/cropped-tw-profilo-32x32.jpg anni Novanta Archivi - Classicult https://www.classicult.it/tag/anni-novanta/ 32 32 La Bella Stagione https://www.classicult.it/la-bella-stagione/ https://www.classicult.it/la-bella-stagione/?noamp=mobile#respond Sun, 20 Nov 2022 14:10:16 +0000 https://www.classicult.it/?p=172551 La Bella Stagione è il racconto dell'incredibile cavalcata per la vittoria della Sampdoria 90-92, attraverso le voci dei giocatori e dei membri dello staff

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LA BELLA STAGIONE
VIALLI & MANCINI
un film di MARCO PONTI
con ROBERTO MANCINI e GIANLUCA VIALLI
e con I GIOCATORI DELLA SAMPDORIA 1990-1992
una produzione GRØENLANDIA con RAI CINEMA
prodotto da MATTEO ROVERE, LEONARDO GODANO
AL CINEMA IL 28-29-30 NOVEMBRE E IL 1° DICEMBRE
distribuito da 01 DISTRIBUTION
La locandina del film La bella stagione
La locandina del film La Bella Stagione

Sinossi

Genova, 1990. Una giovane squadra, la Sampdoria di Vialli e Mancini, che da qualche anno sta frequentando con entusiasmo anche i palcoscenici internazionali, intraprende un’avventura epica che cambierà per sempre la storia del calcio italiano. La Bella Stagione è il racconto di questa incredibile cavalcata per la vittoria, attraverso le voci dei giocatori e dei membri dello staff che questa stagione sportiva l’hanno vissuta sulla loro pelle, e quella dei giornalisti che ne hanno scritto e parlato. A completamento, una serie di materiali di repertorio inediti ed esclusivi.

Un viaggio in cui la mitica Sampdoria del 1990-1991, ha deciso di diventare non solo la più forte, ma anche la più bella. Una storia durata una vita, una di quelle in cui quel magico gruppo di amici non si perde mai di vista e si sostiene nei momenti più difficili, fino alla fine, fino alla notte magica di Wembley, l’estate del 2021. Che poi è anche quella della vittoria agli Europei e di quell’indimenticabile abbraccio in lacrime tra i Gemelli del Gol. La cornice narrativa è costituita dal presente e dal passato di Vialli e Mancini in Nazionale: le delusioni di Italia ’90 e gli allori di Euro 2021. Successi sportivi e traguardi, ma anche sentimenti, amicizia e complicità. Quella Samp fu speciale perché speciali furono gli interpreti. Che avevano una specie di luce negli occhi; la luce di chi sapeva che stava scrivendo una pagina di storia. Lo loro e quella della U.C. Sampdoria. Indipendentemente dalle sconfitte e dalle vittorie.

La Bella Stagione La Bella Stagione La Bella Stagione

INTERVISTATI
GIANLUCA VIALLI ATTACCANTE SAMPDORIA 1990-91
ROBERTO MANCINI ATTACCANTE SAMPDORIA 1990-91
GIANLUCA PAGLIUCA PORTIERE SAMPDORIA 1990-91
GIULIO NUCIARI SECONDO PORTIERE SAMPDORIA 1990-91
LUCA PELLEGRINI DIFENSORE E CAPITANO SAMPDORIA
1990-91
TONINHO CEREZO CENTROCAMPISTA SAMPDORIA 1990-91
FAUSTO PARI CENTROCAMPISTA SAMPDORIA 1990-91
MORENO MANNINI DIFENSORE SAMPDORIA 1990-91
IVANO BONETTI CENTROCAMPISTA SAMPDORIA 1990-91
GIOVANNI INVERNIZZI CENTROCAMPISTA SAMPDORIA 1990-91
PIETRO VIERCHOWOD DIFENSORE SAMPDORIA 1990-91
ATTILIO LOMBARDO CENTROCAMPISTA SAMPDORIA 1990-91
MARCO LANNA DIFENSORE SAMPDORIA 1990-91
BEPPE DOSSENA CENTROCAMPISTA SAMPDORIA 1990-91
NARCISO PEZZOTTI VICE ALLENATORE SAMPDORIA 1990-91
MASSIMO ROSSI MAGAZZINIERE SAMPDORIA
CLAUDIO BOSOTIN MAGAZZINIERE SAMPDORIA
TITO GHERARDI TIFOSO SAMPDORIA / FIGLIO DI ERNESTO
GHERARDI (EX DIRIGENTE SAMPDORIA)
ALECSANDRA BOSKOV FIGLIA DI VUJADIN BOSKOV
FRANCESCA MANTOVANI FIGLIA DI PAOLO MANTOVANI
ENZO TIROTTA TIFOSO SAMPDORIA
ALICE CASTELLANI TIFOSA SAMPDORIANA
MAURIZIO BELTRAME EX PROPRIETARIO OVERJOYED
CARMINE VACCARO RISTORATORE
GIUSEPPE BERGOMI EX CAPITANO INTER
FEDERICO CHIESA ATTACCANTE JUVENTUS
FRANCO ORDINE GIORNALISTA
PAOLO CONDÒ GIORNALISTA E SCRITTORE

CAST TECNICO
REGIA MARCO PONTI
SOGGETTO E SCENEGGIATURA PIERDOMENICO BACCALARIO, SHADI CIOFFI, MARCO PONTI, GIANLUCA VIALLI
CON LA COLLABORAZIONE DI ANDREA DEL MONTE
TRATTO DAL LIBRO LA BELLA STAGIONE DI GIANLUCA VIALLI e ROBERTO MANCINI
FOTOGRAFIA TIMOTY ALIPRANDI
MONTAGGIO MARCO GUELFI
MUSICHE ORIGINALI MOTEL CONNECTION e GIGI MERONI
FONICO IN PRESA DIRETTA ALESSIO FORNASIERO
DIRETTORE DI PRODUZIONE GIOVANNI SABATINI
ORGANIZZATORE GENERALE CHRISTIAN SACCO
PRODUTTORE CREATIVO EMANUELE CAVA
PRODUCER CECILIA PASSA
UNA PRODUZIONE GRØENLANDIA CON RAI CINEMA
DISTRIBUITO DA 01 DISTRIBUTION
PRODOTTO DA MATTEO ROVERE, LEONARDO GODANO
ANNO 2022
DURATA 90’ + eventuale recupero

Testo, video e foto da 01 Distribution

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Dampyr, fantasy action di Riccardo Chemello https://www.classicult.it/dampyr-fantasy-action-di-riccardo-chemello/ https://www.classicult.it/dampyr-fantasy-action-di-riccardo-chemello/?noamp=mobile#respond Wed, 21 Sep 2022 20:54:39 +0000 https://www.classicult.it/?p=158968 Il film Dampyr racconta la genesi del personaggio, pubblicata da Sergio Bonelli Editore nel 2000 sui primi due albi dei 300 di cui è finora composta la serie a fumetti

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L’ATTESA È FINITA – SVELATI TRAILER E POSTER UFFICIALE DEL FANTASY ACTION DAMPYR

DAMPYRAL CINEMA DAL 28 OTTOBRE

UNA PRODUZIONE COMPLETAMENTE ITALIANA DA 15 MILIONI DI EURO

OPERA PRIMA DEL REGISTA RICCARDO CHEMELLO, COPRODOTTA DA EAGLE PICTURES, SERGIO BONELLI EDITORE E BRANDON BOX

La locandina del film Dampyr

La locandina del film Dampyr

Svelati oggi il trailer e il poster del fantasy action DAMPYR, l’opera prima di Riccardo Chemello, una co-produzione Eagle Pictures, Sergio Bonelli Editore, la celebre Casa editrice di fumetti col suo braccio produttivo Bonelli Entertainment, e Brandon Box, tratta dell’omonimo fumetto di culto.

Distribuito da Eagle Pictures, DAMPYR uscirà nelle sale italiane il 28 ottobre, in contemporanea con la premiere mondiale con cast che si terrà al Lucca Comics and Games. Il film inaugurerà infatti la serata di apertura del celebre community event dedicato al mondo dell’entertainment.

DAMPYR, girato interamente in lingua inglese, è una produzione impressionante con un budget di oltre 15 milioni di dollari; questo primo film del Bonelli Cinematic Universe annovera dietro le quinte le migliori maestranze del cinema italiano: l’Hair Designer Giorgio Gregorini, Premio Oscar® per il Miglior Trucco ed acconciatura nel film Suicide Squad, la Makeup Designer Francesca Galafassi (“Game of Thrones”, Ben-Hur), Vladimir ‘Furdo’ Furdik come Fight Choreographer (Skyfall, “Game of Thrones”, “The Witcher”), Lubomir Misak come Supervising Stunt Coordinator (“Game of Thrones”, The Last LegionKingdom of Heaven) e Giovanni Casalnuovo come Costume Designer (Wanted, Romeo & Juliet, Beowulf).

I producer sono Roberto ProiaVincenzo SarnoAndrea Sgaravatti.

Il film, basato sulla serie a fumetti creata da Mauro Boselli e Maurizio Colombo, è sceneggiato da Mauro BoselliGiovanni MasiAlberto OstiniMauro Uzzeo. Un cast tutto internazionale in cui Dampyr è Wade Briggs (Still Star CrossedPlease Like Me, “Foundation”, “His Dark Materials”), Stuart Martin è Emil Kurjak (“Jamestown”, “Medici”, “Crossing Lines”) e Frida Gustavsson è Tesla (“Dröm”, “Eld Lagor”, “Arne Dahl”, “Vikings: Valhalla”). Al loro fianco, David Morrissey come Gorka (“Britannia”, “The Missing”, “Good Omens”, “The Walking Dead”), Sebastian Croft come Yuri (“Game of Thrones”, “Horrible Histories: The Movie”, “Doom Patrol”, “Heartstopper”) e Luke Roberts a interpretare Draka (“Game of Thrones”, “Pirates of the Caribbean”, 300: Rise of an EmpireThe Batman).

DAMPYR 2019 © Gianfilippo De Rossi DAMPYR 2019 © Gianfilippo De Rossi

Il film racconta la genesi del personaggio, pubblicata da Sergio Bonelli Editore nel 2000 sui primi due albi dei 300 di cui è finora composta la serie a fumetti in edicola ogni mese, lasciando così aperta la porta al primo franchise italiano completamente in lingua inglese. DAMPYR è ambientato durante la guerra dei Balcani, nei primi anni Novanta, e segue le vicende di Harlan. Perseguitato da orribili incubi, Harlan sbarca il lunario fingendosi un Dampyr (nella mitologia slava, un essere mezzo umano e mezzo vampiro) capace di liberare i villaggi da quelle che i superstiziosi abitanti ritengono ingenuamente terribili maledizioni legate al mondo dei vampiri. Ma quando viene convocato dai soldati attaccati da creature assetate di sangue, Harlan scopre la verità: lui è davvero un Dampyr. Mentre cerca di affrontare un terribile “Maestro della Notte”, Harlan dovrà imparare a gestire i suoi poteri e scoprire le sue origini. Ad accompagnarlo una vampira rinnegata e un soldato in cerca di vendetta.

Sergio Bonelli Editore (SBE) è uno degli editori di fumetto più importanti al mondo e DAMPYR è uno dei personaggi più longevi e di successo della Casa editrice, la cui direzione editoriale è affidata a Michele Masiero. Il Bonelli Cinematic Universe si inserisce nell’ambito del progetto di Bonelli Entertainment, il braccio produttivo dedicato allo sviluppo di progetti cinematografici e televisivi basati sui suoi personaggi, amati da generazioni di lettori, come la serie animata “Dragonero”, una co-produzione internazionale insieme a Rai Kids, Power Kids e NexusTV, e il live-action di 10 episodi in una coproduzione tra SBE e Atomic Monster di James Wan dedicato a Dylan Dog.

Appuntamento nelle sale cinematografiche di tutta Italia e a Lucca Comics & Games il 28 ottobre.

#Dampyr #DampyrIlFilm #UCB

https://www.facebook.com/DampyrIlFilm

IG https://www.instagram.com/eagle.pictures/

YT https://www.youtube.com/Eaglepicturesmovie

TIKTOK: @eagle.pictures

WEB sergiobonelli.it

FB e IG @SergioBonelliEditoreUfficiale

FB @BrandonBoxProduction

IG @brandonboxproduction

WEB luccacomicsandgames.com

 FB e IG @luccacomicsandgames; TW @LuccaCandG

Twitch LuccaComicsAndGames; YT Lucca Comics & Games

Testo e foto dagli Uffici Stampa Eagle Pictures, Film, Sergio Bonelli Editore, Brandon Box, Lucca Comics & Games. Aggiornato il 28 Ottobre 2022.

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“Tifo”, storia della passione sportiva in Italia https://www.classicult.it/tifo-storia-della-passione-sportiva-in-italia/ https://www.classicult.it/tifo-storia-della-passione-sportiva-in-italia/?noamp=mobile#respond Mon, 19 Sep 2022 20:06:29 +0000 https://www.classicult.it/?p=158107 In Tifo. La passione sportiva in Italia, gli storici Daniele Marchesini e Stefano Pivato descrivono molte circostanze in cui lo sport ha segnato la vita quotidiana degli italiani

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Come malattia contagiosa, il tifo ha segnato per secoli la storia demografica del nostro paese. Ma a partire dagli anni Venti del secolo scorso il tifo, nella sua accezione più moderna, ha agito su uno strato ancora più profondo: quello della storia popolare dell’Italia. Il doppio significato attribuito a quella stessa parola non è certo casuale. E il fatto che soltanto la lingua italiana possieda questa caratteristica esprime bene l’impatto che la passione sportiva ha avuto sulla società italiana dal Novecento ad oggi.

In Tifo. La passione sportiva in Italia (il Mulino, 2022, pp. 280, euro 22), gli storici Daniele Marchesini e Stefano Pivato descrivono molte circostanze in cui lo sport ha segnato la vita quotidiana degli italiani. E nel farlo sollecitano il lettore a far riemergere i ricordi della propria esperienza personale legata alla passione sportiva. Il potere di queste pagine non consiste però soltanto nell’evocare eventi impressi nella nostra memoria di tifosi e di tifose; ma anche nel raccontare molte altre storie di sport tramandate di generazione in generazione.

In Tifo. La passione sportiva in Italia (il Mulino, 2022, pp. 280, euro 22), gli storici Daniele Marchesini e Stefano Pivato descrivono molte circostanze in cui lo sport ha segnato la vita quotidiana degli italiani
La copertina del saggio In Tifo. La passione sportiva in Italia (il Mulino, 2022, pp. 280, euro 22), di Daniele Marchesini e Stefano Pivato, pubblicato da il Mulino (2022)

È il caso, ad esempio, delle gare ciclistiche della prima metà del Novecento, e dei loro protagonisti. La rivalità tra Fausto Coppi e Gino Bartali generò, com’è noto, vere e proprie tifoserie, in cui il valore dell’impresa sportiva cedeva talvolta il passo al giudizio morale sulla loro vita privata: «da una parte il pubblico peccatore (Coppi), dall’altra il marito e padre esemplare (Bartali)». Gli autori sottolineano la divisione tra tifoserie citando anche alcune lettere indirizzate ai due campioni da persone di tutte le età. Ma era un’Italia diversa, in cui c’era chi scriveva a Coppi chiedendo una vittoria e chi… una bicicletta. E diversa era la percezione stessa delle imprese sportive: in quegli anni, in assenza delle dirette tv,

«La radio, soprattutto nelle fasce adolescenziali, accentua la dimensione favolistica del racconto» (p. 167).

Gino Bartali e Fausto Coppi (1940). Foto di ignoto, da collezione privata, in pubblico dominio

Ma il titolo di sport nazionale, che il ciclismo manteneva da decenni, era destinato di lì a poco a passare di mano. Nel 1960, con la morte di Coppi e il passaggio alla motorizzazione di massa, scrivono gli autori,

«è come se la gente […] s’accorgesse che un mondo non semplicemente sportivo è finito: quello della consonanza piena tra popolazione e ciclismo» (p. 108).

Molte città italiane conservano ancora oggi le cicatrici di questa ferita: sono i vecchi velodromi, che malgrado i successi internazionali del ciclismo su pista versano oggi, spesso, in stato di abbandono.

Anche i «luoghi del culto» della passione sportiva cambiano infatti nel corso del tempo. In origine fu lo sferisterio: arena ante litteram per il «gioco del pallone», che diventa nel corso dell’Ottocento «il luogo più affollato della socialità urbana» (p. 23), al punto da spingere le pubbliche autorità ai primi provvedimenti per la tutela dell’ordine pubblico. Poi arriva lo stadio: grattacapo per gli amministratori pubblici, spazio da inventare per le archistar, ma soprattutto luogo di svago della massa dei tifosi:

«Per la durata della loro permanenza nell’arena, nulla di ciò che accade in città li preoccupa»,

secondo le illuminanti parole di Elias Canetti.

La Boca, Buenos Aires: graffiti di Diego Armando Maradona. Foto di Cadaverexquisito, CC BY-SA 3.0

Benché nascano quasi sempre come spazi polifunzionali da destinare a diversi sport, secondo un’idea di «stadio universale», questi impianti sono oggi riconosciuti nel mondo come «cattedrali del calcio», con poche eccezioni (su tutte, Wimbledon). Negli stadi si consumano i riti di una «religione laica». E i suoi «apostoli» ricevono onori e gloria nelle modalità più diverse. Anche mentre sono all’apice del loro successo: come osservano giustamente Marchesini e Pivato, l’onomastica è uno dei primi segnali di questo culto (come possono testimoniare le centinaia di Diego Armando nati a Napoli negli anni Ottanta). Ma ancor di più con la loro scomparsa. Come avviene nelle forme “classiche” della monumentalità, con le statue di alcuni calciatori fuori dagli stadi; o con quelle dell’arte contemporanea: esemplare è, a Coriano (Rimini), la

«grande marmitta che ogni domenica, all’imbrunire, si accende e spara una fiamma per 58 secondi»,

58 come il numero di gara di Marco Simoncelli, il giovane motociclista morto in pista a Sepang nel 2011. Fino ad assistere, in un caso eccezionale, a una emblematica sovrapposizione di culti: è il caso della basilica di Superga, che dopo la tragedia del Grande Torino

«ha come perso il carattere originario, religioso e regale insieme, di cappella ufficiale dei Savoia. È diventata luogo sacro per la tifoseria granata, tempio di una sorta di religione civica» (p. 104).

Il Grande Torino nella stagione 1945-46. Foto di ignoto in pubblico dominio

Il saggio di Marchesini e Pivato menziona molti altri aspetti peculiari del tifo: il modo in cui viene vissuto da chi risiede all’estero; i giochi dei bambini, tra biglie e figurine; il Totocalcio; la produzione poetica, musicale e cinematografica; l’intervento della politica. Ciascuno di essi rilancia personalità ed eventi più o meno noti, ma tutti utili a comprendere l’evoluzione della passione sportiva in Italia. Un paese dove gli sport non sono tutti uguali, come le recentissime polemiche sulla copertura giornalistica della vittoria ai mondiali maschili di volley hanno dimostrato. Ma il tifo sa appropriarsi anche di contenuti creati per altri sport, o per nessuno sport. E così anche la nuova «generazione di fenomeni» della pallavolo maschile viene celebrata da un brano degli Stadio del 1991, poi riutilizzato dal giornalista Jacopo Volpi per la nazionale di Julio Velasco degli anni Novanta.

«Da allora – scrivono Marchesini e Pivato – la canzone degli Stadio è diventata una sorta di inno che ricorda una stagione irripetibile della pallavolo italiana. Quel motivo è uno dei pochi che nella storia della canzone italiana celebrano, peraltro in maniera indiretta, uno sport diverso dal calcio e dal ciclismo» (p. 185).

 

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Lo stadio universale

Il libro recensito è stato gentilmente fornito dalla Casa Editrice.

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