L’Iliade cantata dalle dee, di Marilù Oliva: l’inesauribile vitalità del mondo classico

Nel mare magnum delle riscritture del mito antico in chiave femminista che negli ultimi anni hanno popolato un certo tipo di letteratura, alcune funzionano inevitabilmente meglio di altre. Si tratta, in realtà, di testi capaci di far rivivere il testo antico senza troppi stravolgimenti, nel rispetto dell’originale e nell’attualizzazione non forzata dello stesso. Non è un caso, infatti, che L’Iliade cantata dalle dee di Marilù Oliva abbia già conquistato il Premio Selezione Bancarella 2024.

la copertina del romanzo L’iliade cantata dalle dee, di Marilù Oliva, pubblicato da Solferino Libri (2024). Foto di Francesca Barracca

Un’operazione di riscrittura, quella dell’Iliade, apparentemente più complicata rispetto alle precedenti effettuate dall’autrice con L’Odissea cantata da Penelope, Circe, Calipso e le altre e L’Eneide di Didone: se tanto nell’Odissea quanto nell’Eneide Omero – o chi per lui – e Virgilio attribuiscono ruoli determinanti ad alcune figure femminili, nell’Iliade le donne restano per lo più in casa, a filare la lana, ad attendere il ritorno dell’eroe o immaginare la futura vita di schiave del nemico. Le dee, invece, scendono in campo, si mimetizzano tra gli eroi, li aiutano o li ostacolano per condizionare le sorti della guerra, ma restano tutto sommato invisibili e soggette al potere di Zeus.

Resta ancora un’altra categoria di donne, le “escluse”, rappresentata da Elena, Cassandra e Creusa alle quali l’autrice affida voci più pregnanti delle altre che il lettore non può far a meno di notare. La ragione di una simile scelta risiede nelle rispettive storie personali: tanto Cassandra quanto Creusa non compaiono nell’Iliade, eppure anche loro vivono la guerra. Non creduta, Cassandra vive nella solitudine. Creusa viene dimenticata da Enea, da chi scrive, da tutti.

la copertina del romanzo L’iliade cantata dalle dee, di Marilù Oliva, pubblicato da Solferino Libri (2024)
la copertina del romanzo L’iliade cantata dalle dee, di Marilù Oliva, pubblicato da Solferino Libri (2024). Foto di Francesca Barracca

È così che Marilù Oliva restituisce giustizia alle donne senza le quali, in tutta probabilità, la storia sarebbe andata diversamente: a Creusa concede la cornice del romanzo e il merito di una richiesta di verità necessaria. Perché a possederla sono proprio le donne dell’Iliade, non certo gli eroi il cui unico scopo di vita è fare la guerra e vincerla.

Cantate, vi prego, quello che accadde davvero. Quello che voi soltanto sapete. Avete visto l’inammissibile e ora non potete più tacere. […] Perché, se in questa guerra siamo state zittite, voi che potete travalicare i fossati del tempo, vi prego: raccontate le nostre verità. Salvate la storia da quella propensione malsana all’oblio che abbiamo noi mortali. E io lascerò che mi divori la notte”.1

Allo stesso modo, l’autrice fornisce a Elena la possibilità di essere qualcosa di più della sola donna più bella del mondo: donna incolpevole stanca di suscitare il desiderio maschile.

Ripenso al mio passato, pomeriggi pieni di noia e di paura. Paura che qualcuno mi vedesse e mi volesse, perché poi sapevo che sarebbe scattato il rapimento.”2

Infine, Cassandra diventa portavoce di un’esistenza maledetta per un “no” e di un’anima che, sotto la vuota preveggenza, cela gli stessi identici sentimenti di una qualsiasi altra creatura umana.

Potete immaginare quanto sia duro non essere mai creduta? La gente vuole solo ricevere ciò che si aspetta. Non ama essere stupita. Tanto più che nessunp accetta di conoscere in anticipo le disgrazie e io sono magnifica nell’avvertirle.”3

Non mancano della medesima introspezione psicologica le altre protagonisti femminili che, a turno, raccontano alcuni segmenti di storia, chiarendo il proprio punto di vista. In ciò si rivela l’indagine psicologica condotta dall’autrice sulle singole personagge, affinché ciascuna si distingua dall’altra, pur nel rifiuto comune della guerra. Persino Eris, la responsabile della guerra, deplora gli uomini per la loro tendenza alla sopraffazione:

Eppure, basterebbe così poco per capirsi e fugare il rischio di ogni guerra: abbandonare le ambizioni smodate, comunicare, accordarsi. Tenersi per mano, tanto la fine di ciascuno è all’orizzonte.”4

la copertina del romanzo L’iliade cantata dalle dee, di Marilù Oliva, pubblicato da Solferino Libri (2024)
la copertina del romanzo L’iliade cantata dalle dee, di Marilù Oliva, pubblicato da Solferino Libri (2024). Foto di Francesca Barracca

Con uno stile che, calato nella contemporaneità, strizza l’occhio all’originalità aulica della lingua omerica, i singoli racconti delle donne diventano monologhi a sé stanti, che non è difficile immaginare succedersi all’interno di un teatro.

Se, dunque, è vero che il mito non smette mai di dialogare con le epoche, il retelling di Marilù Oliva parla direttamente al lettore e lo interroga su una contemporaneità in cui di donne e di guerra si continua a discutere ancora senza sosta.

la copertina del romanzo L’iliade cantata dalle dee, di Marilù Oliva, pubblicato da Solferino Libri (2024)
la copertina del romanzo L’iliade cantata dalle dee, di Marilù Oliva, pubblicato da Solferino Libri (2024)

Note: 

1 M. Oliva, L’Iliade cantata dalle dee, Solferino 2024, pp. 12-13

2 Ivi, p. 82.

3 Ivi, p. 41.

4 Ivi, pp. 99-100.

Il libro recensito è stato cortesemente fornito dalla casa editrice.

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