La tomba di Numerius Agrestinus. Nuove scoperte a Pompei.

Nell’area di San Paolino a Pompei, adiacente alla necropoli di Porta Nocera, gli archeologi del Parco archeologico hanno individuato una tomba della tipologia a schola, un tipo noto e tipico della città vesuviana (vedi l’esedra di Mamia e altri chiari esempi) che consiste in un sedile di tufo di Nocera, con schienale ricurvo e terminazioni a zampe leonine.

Tomba di Numerius Agrestinus
Tomba di Numerius Agrestinus. Foto: Parco Archeologico di Pompei

La tipologia risale alla prima età imperiale e appare esclusiva di Pompei non essendoci altri confronti coevi con il resto dell’impero. Il personaggio, citato nell’iscrizione che corre lungo tutto il sedile è un certo

N(umerio) AGRESTINO N(umerii) F(ilio)

 EQUITIO PULCHRO TRIB(uno)

MIL(itum) PRAEF(ecto) AUTRYGON(um)

PRAEF(ecto) FABR(um) II D(uum) V(iro)

I(ure) D(icundo) ITER(um) LOCUS

SEPULTURAE DATUS D(ecreto)

D(ecurionum)

un notabile, presumibilmente di rango equestre che fece carriera militare sotto il principato di Augusto. L’iscrizione presenta il cursus in maniera schematica e senza un preciso riferimento su dove Agrestinus operò militarmente.

La sua carriera però, non si limitò solo alle varie schiere che prestavano servizio nei tanti luoghi di conquista dei Romani, ma a livello civico Agrestinus fu anche duoviro iure dicundo (per due volte) a Pompei, ma se prima o dopo la carriera militare non è ben chiaro. Uno dei suoi ruoli civici, supra-municipali, fu quello di praefectus fabrum, funzione spesso definita dagli studiosi come un comando di unità del genio militare, di tipo logistico amministrativo e ricoperta al servizio di un magistrato con imperium.

Tomba di Numerius Agrestinus
Tomba di Numerius Agrestinus. Foto: Parco Archeologico di Pompei

Questi prefetti spesso provenivano dai ranghi dell’esercito, dalle élites provinciali o italiche. In generale, l’ottenimento della prefettura era frutto di politiche clientelari nella promozione delle aristocrazie italiche  nell’ordine equestre riformato da Augusto.

L’iscrizione non permette di conoscere presso chi e per quanto tempo Agrestinus ricoprì questo ruolo; l’unico dato certo è che fu praefectus fabrum per due volte. Ancora, le successive cariche sono quelle di una prefettura Autrygonum e di tribunus militum, ma ancora una volta spicca l’assenza di specificazione dell’unità nella quale fu esercitato il tribunato, una costante dell’epigrafia dei primi decenni del principato.

Tomba di Numerius Agrestinus
Tomba di Numerius Agrestinus. Foto: Parco Archeologico di Pompei

Interessante invece la carica di praefectus Autrygonum, unico elemento che permette di localizzare il nostro personaggio durante il suo servizio militare. Gli Autrigones o Allotrigones come riporta Strabone, furono un popolo celtiberico della Cantabria, localizzata nella zona montana a nord dell’attuale Burgos.

La carica è da mettere in relazione alla formazione delle prefetture distrettuali iberiche negli anni successivi alle guerre cantabriche augustee. Bisogna ridimensionare però il suo ruolo politico.

I compiti di Agrestinus dovevano essere piuttosto quelli di un controllo del difficile territorio montuoso degli Autrigones e non di ruolo militare o comando.

Il tribunato fu esercitato probabilmente in contemporanea alla prefettura, non avendo altre indicazioni dall’iscrizione epigrafica e andando solo di confronto con le cariche dei titolari delle altre prefetture distrettuali ispaniche.

Non sappiamo dove furono messe le sue ceneri alla sua morte.

Tomba di Numerius Agrestinus
Tomba di Numerius Agrestinus. Foto: Parco Archeologico di Pompei

Agrestinus appare anche su un’iscrizione funeraria su una tomba della necropoli di Porta Nocera, fatta realizzare dalla moglie, Veia Barchilla tra il 30 e l’11 a.C.

VEIA N(umerii) F(ilia)

 BARCHILLA SIBI ET

 N(umerio) AGRESTINO EQUITIO

 PULCHRO VIRO SUO

È ancora una volta l’epigrafia a mostrare ulteriori personaggi della vita politica pompeiana. La moglie di Agrestinus doveva essere infatti figlia di un Numerio Barca, noto candidato politico già all’interno dei programmata antiquiores. A Pompei possiamo imbatterci in due tipologie di programmata: gli antiquissima e i recentiora.

Tomba di Numerius Agrestinus. Foto: Parco Archeologico di Pompei

I primi risalenti al periodo precedente la fondazione della colonia (quindi prima dell’80 a.C.), mentre gli altri sono quelli che si datano agli ultimi 17 anni della vita della città.

Il nome Barchilla rende l’idea di una “piccolina di Barca” e quindi si potrebbe presupporre il legame con il più noto candidato pompeiano. Il cognomen Barca riconduce inoltre alla ben nota famiglia cartaginese di Amilcare e Annibale (i nemici di Roma durante la seconda guerra punica 218-202 a.C.) ben lontani dalla storia in cui si calano i personaggi di Agrestinus e della sua famiglia.

A Pompei Barca non è più un cognomen ma nel I secolo d.C. denota piuttosto un nomen, suggerito anche dai formulari dei dipinti elettorali. La Spagna legherebbe Barchilla al marito Agrestinus ma nessun dato ci permette di conoscere come e quando i due si conobbero.

Tomba di Numerius Agrestinus. Foto: Parco Archeologico di Pompei

Alla luce di quanto scoperto, Numerius Agrestinus Equitio Pulcher, il cui nome peraltro fa supporre che fu adottato ad un certo punto dalla gens Agrestina, ha ricoperto a Pompei la più alta carica dell’amministrazione locale, quella del duumvir iure dicundo e racconta, assieme ad altri personaggi, le connessioni di un territorio con un più ampio spazio di mobilità, il Mediterraneo e non solo, alla luce di un impero che con Augusto sarà solo alla base di una magnificenza che ancorà durerà per secoli. Pompei verrà distrutta nel 79 d.C., ma questa è un’altra storia…

 

 

 

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