Di vita non si muore, documentario di Claudia Cipriani

IN STREAMING DAL 20 LUGLIO SU OPENDDB
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Di vita non si muore, documentario di Claudia Cipriani
il poster del documentario

“Carlo vive”, scritto sui muri di molte città del mondo, ha trasformato Carlo Giuliani in un simbolo di ribellione e libertà. Eppure, è guardando la sua vita, e non la sua tragica morte, avvenuta più di 20 anni fa durante le proteste contro il G8, che raccontiamo un modo diverso di concepire il mondo, rivoluzionario ieri e ancora più significativo oggi.

TRAILER: https://youtu.be/baPFi0DscQI

(90’, 2024)

Chi era Carlo Giuliani? In tanti conoscono gli ultimi attimi della sua vita, interrotta in Piazza Alimonda a Genova il 20 luglio 2001, durante il G8. Ma qual era la vita di Carlo, le sue passioni, le sue inquietudini? Erano simili a quelle di molti di noi? Che cosa lo legava al movimento No global? “Di vita non si muore”, il documentario di Claudia Cipriani, risponde a queste domande e prova a tracciare una linea dalle istanze portate in piazza in quei giorni e quelle necessarie oggi a immaginare un futuro. Dal giorno dell’anniversario della morte di Carlo Giuliani, domani 20 luglio, il film sarà disponibile in streaming su OpenDDB (al link https://openddb.it/film/di-vita-non-si-muore/), la piattaforma che supporta la circolazione di opere indipendenti.

In questi vent’anni sono state tante le inchieste sul G8 di Genova, ma quasi sempre incentrate sulle violenze di quei tre giorni di fine luglio. E non è detto che si capisca, soprattutto per chi nel 2001 non era ancora nato, cos’è stato quel grande movimento mondiale e perché le sue istanze e le sue lotte sono ancora attuali. Per capire come sia potuta accadere quella che fu definita “la più grave sospensione della democrazia mai avvenuta dopo il 1945” bisogna comprendere cosa fosse il movimento no global, le sue battaglie, i contenuti, le proposte. E per comprendere cosa fosse quel “altro mondo possibile” rivendicato, il film decide di raccontare chi era Carlo e il suo unire in una cosa sola la visione politica e il proprio modo di vivere. “Carlo vive” è quella scritta ripetuta tante volte che ha trasformato Carlo Giuliani in un simbolo. Sebbene lui fosse la persona più distante dalla brama di diventare un simbolo, quella scritta parla soprattutto di chi pensa che gli ideali e le lotte di quel movimento siano ancora validi e vivi, e che non siano solo vuoti slogan ma scelte, analisi, prese di posizione e azioni concrete che guardando al passato ci proiettano nel futuro, aiutandoci ad uscire dalla palude odierna.

“Di vita non si muore” ha una doppia traccia narrativa: da una parte racconta la vita di Carlo Giuliani e dall’altra il contesto storico politico entro cui questa vita si dispiega. Il film documentario si basa su una sceneggiatura scritta, tratta dai racconti di Elena e Haidi Giuliani e di chi ha conosciuto Carlo da vicino, con sequenze di finzione e sequenze d’archivio, composte da un ricco materiale fotografico e video, e dal ricorso a grafiche animate. Diverse sono le voci narranti che ripercorrono la vita di Carlo, dall’infanzia fino agli avvenimenti legati al movimento no global. Ma a parlare sono anche gli scritti stessi di Carlo: le sue poesie, le sue riflessioni, i suoi appunti sparsi. A legare il flusso narrativo in note, brani d’epoca dei Tekno Mobil Squad.

«Il titolo, “Di vita non si muore”, è tratto da una poesia di Carlo Giuliani. – ha dichiarato la regista – Carlo è noto ed è diventato un simbolo a causa della sua uccisione. Io però volevo andare al di là del simbolo e raccontare la vita. Non solo quella di Carlo, ma anche quella del movimento che fu protagonista a Genova nel 2001 e che viene ricordato solo per la violenza con cui venne represso e non per la vitalità delle sue idee, delle battaglie e delle pratiche contrapposte al neoliberismo imperante. Quelle istanze sono ancora attuali e più valide che mai».

Claudia Cipriani, laureata in filosofia, è giornalista professionista e filmmaker. Ha realizzato reportage, videoclip musicali, cortometraggi e i suoi documentari, tra cui “La guerra delle onde”, “Lasciando la Baia del Re”, “L’ora d’acqua” e “Pino – Vita accidentale di un anarchico” sono stati trasmessi da reti televisive, hanno ricevuto riconoscimenti in festival nazionali ed europei (tra cui la nomination ai David di Donatello) e hanno avuto una distribuzione cinematografica.

Testo e immagini dall’Ufficio stampa OpenDDB

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