De Profundis: Oscar Wilde e quando l’amore diventa condanna

Il dolore è una ferita che sanguina quando una mano la tocca, tranne quella dell’Amore.” 1

Foto di Cristina Stabile

Carcere di Reading, 1897. Immaginate di passare una vita intera tra la folla che vi acclama e d’un tratto non poter parlare con nessuno perché l’autorità ha deciso che non siete liberi di amare chi volete. Seduto alla sua scrivania, si può immaginare un uomo con lo sguardo assente chinato sul foglio e sentire un unico e tenue rumore: la penna che si muove su un foglio intriso di lacrime e inchiostro. Rivolgendosi a Lord Alfred Douglas, appare come un’opera d’arte distrutta come il quadro de “Il ritratto di Dorian Gray”, facendo risuonare le corde più profonde della sua anima. Ma facciamo un passo indietro.

Central Hall dal Museo di Storia Naturale di Londra
Central Hall dal Museo di Storia Naturale di Londra. Foto di Minn Pongpaibul, CC BY-SA 4.0

Oscar Wilde (1854-1900) visse pienamente in quella che è definita Età Vittoriana. Nato a Dublino, Wilde ebbe una formazione sia irlandese sia inglese. Nel 1890 pubblicò la sua opera narrativa più famosa, “The Picture of Dorian Gray” in cui celebrava il culto della ricerca dei piaceri, corrente che sarà poi nota come Estetismo. Tuttavia, Wilde fu famoso anche per le commedie messe in scena tra il 1892 e il 1895: “Lady Windermere’s Fan”, “A Woman of No Importance” e “Ideal Husband” ma la più famosa fu certamente “The Importance of being Ernest”.

Lord Alfred Douglas (1910-15). <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Alfred_Douglas_-_Bain_Collection_(cropped).jpg#/media/File:Alfred_Douglas_-_Bain_Collection_(cropped).jpg">Foto</a> dal Bain News Service, George Grantham Bain Collection (LC-DIG-<a href="http://hdl.loc.gov/loc.pnp/ggbain.16256">ggbain-16256</a>) dalla Library of Congress, in <a href="https://www.loc.gov/pictures/item/2014696232/">pubblico dominio</a>
Lord Alfred Douglas (1910-15). Foto dal Bain News Service, George Grantham Bain Collection (LC-DIG-ggbain-16256) dalla Library of Congress, in pubblico dominio

Wilde incontrò Douglas per la prima volta nel 1891 e non poté non notare la bellezza straordinaria del giovane dal quale rimase subito incantato. Già dai primi tre mesi, tra i due, vi fu uno scambio di regali e lettere e Douglas stesso dedicò a Wilde la famosa poesia intitolata “Two Loves”. Lord Alfred Douglas era un giovane tanto bello quanto capriccioso. Viziato dalla madre e roso da pessimi rapporti con il padre, trovò nella figura del commediografo di successo un piedistallo dorato dove mettere in bella mostra il proprio incurabile narcisismo. Durante la loro intensa relazione, vissuta in maniera semi palese, Douglas godette di ogni tipo di trattamento, da quelli affettivi a quelli economici, con modalità al di fuori degli schemi: regali costosi, pranzi e cene in ristoranti di lusso. Wilde assecondava ogni suo capriccio: non voleva solo stare accanto a lui ma s’insediò nella sua vita con una determinazione tale da farne perdere il controllo. Desideroso ogni forma di piacere e amante della notturna, non era difficile trovarlo all’interno di locali in cui i ragazzi si prostituivano per poche sterline o semplicemente un buon pasto.

Oscar Wilde (circa 1882). Foto di Napoleon Sarony. dalla Library of Congress (numero di controllo 98519699), in pubblico dominio
Oscar Wilde (circa 1882). Foto di Napoleon Sarony. dalla Library of Congress (numero di controllo 98519699), in pubblico dominio

Il loro rapporto fu sempre molto altalenante, con frequenti litigi e periodi di lontananza, durante i quali Wilde riusciva con fatica a dedicarsi alle sue opere, oltre a scatenare l’ira del Marchese di Queensberry, che culminò con un biglietto lasciato presso il club Albermarle che recava la scritta «Per Oscar Wilde che posa a sodomita.»2 Sollecitato da Douglas, fu Wilde a iniziare la causa per difendersi dalle pubbliche diffamazioni rivolte contro la sua persona. Proprio all’apice della sua carriera letteraria, mentre era adorato e ricercato dal bel mondo londinese e parigino e le sue brillanti commedie acclamate nei più importanti teatri inglesi, venne costretto in giudizio e condannato a due anni di detenzione con la pena di lavoro forzato per due anni. Innamorato di sé stesso, Wilde aveva commesso l’errore di innamorarsi della persona sbagliata. La sua fine ebbe una portata devastante: il carcere decretò il suo crollo artistico, sociale, economico e familiare.

Foto di Cristina Stabile

Nel primo processo si rievocò l’episodio del biglietto del marchese, descrivendo in termini di amicizia il rapporto tra Wilde e Douglas. Wilde fu interrogato in merito al suo incontro con il marchese e al successo ottenuto con “Il Ritratto di Dorian Gray” e alla rivista “The Chameleon” negando che il primo fosse citato all’interno di queste composizioni e che non ci fosse nulla di autobiografico nei sentimenti che il pittore Basil Hallward provasse per Dorian. Al termine del primo processo, il marchese di Queensberry fu dichiarato non colpevole e le spese del processo furono addebitate a Wilde, lasciandolo in bancarotta.

Durante il secondo processo, l’accusa fu quella di aver commesso «atti di volgare indecenza con un’altra persona di sesso maschile», punibili secondo il Criminal Law Amendement Act3 del 1885. Ne emersero prostituzione maschile, estorsioni e ricatti soprattutto a carico di Wilde per alcune lettere da lui scritte ad Alfred Douglas. Al termine del processo, Wilde fu rilasciato con una cauzione di 5.000 sterline.

Il terzo processo terminò con l’accusa di colpevolezza per «atti di volgare indecenza» secondo il Criminal Law Amendement Act, del 1885, che criminalizzò il sesso tra uomini, anche se commessi in privato da adulti consenzienti. Tale accusa provocò la reclusione di Wilde e due anni di lavori forzati, massima condanna prevista dalla legge. L’arresto di Wilde fu disastroso su tutti i fronti: alcuni suoi beni furono venduti, altri trafugati, le rappresentazioni sospese e i suoi libri invenduti. Alla luce di tale legge, alcuni scrittori come Wilde e tanti altri, non ebbero mai piena libertà di espressione in un’Inghilterra di fine secolo.

Foto di Cristina Stabile

L’influenza che Douglas ebbe su Wilde fu notevole, tanto da avere eco nella scrittura. Il 21 Novembre 1895, trasferito al carcere di Reading, ogni giorno per tre mesi, scrisse una lunga lettera che Wilde intitolò semplicemente “Epistola” e alla quale venne successivamente dato il titolo di “De Profundis” dal Salmo 130, da Robert Ross, suo esecutore letterario e amico fedele e devoto. Al termine della detenzione avvenuta il 19 Maggio 1897, Wilde riuscì a far pervenire la sua lettera. Nel 1905, a distanza di cinque mesi dalla morte di Wilde, Ross pubblicò la lettera. Si trattava di una versione incompleta in quanto Ross aveva prudentemente espunto qualsiasi riferimento alla famiglia del marchese Queensberry. Infine, nel 1909 Ross affidò il manoscritto originale al British Museum di Londra. L’opera completa apparve solo nel 1962 all’interno del volume contenente altre lettere di Wilde. La lettera, composta tra gennaio e marzo del 1897, è indirizzata a Lord Alfred Douglas, a cui Wilde si rivolge con il vecchio appellativo affettuoso «Dear Bosie»4, suo amante.

Foto di Ghinzo

Una lettera talmente consistente da poter essere considerata tra le più lunghe in assoluto di tutta la storia della letteratura epistolare: venne scritta su grandi fogli di colore grigio che venivano consegnati ogni mattina e ritirati ogni sera. Nelle pagine sembrano riportati i segni del dolore con grandi macchie di inchiostro, probabilmente intriso di lacrime. Quella che ne esce è un’analisi dettagliata dei fatti e degli stati d’animo dell’autore che, privato di tutto e nella solitudine della disperazione, tocca le corde più profonde della propria anima, corde che risuonano nel buio della sua cella. La lettera è di opera chiaramente autobiografica e offre al lettore una chiara rappresentazione dell’andamento evolutivo degli stati d’animo di Wilde che si muove tra rancore e perdono, recriminazione e accettazione, autocondanna e comprensione. Nella lettera Wilde descrive la volgarità di Alfred, il modo in cui il ragazzo si serviva di lui solo per soldi, vino e feste, il suo penoso narcisismo e la sua rabbiosa vendicazione di soddisfazione di ogni capriccio. Quello che leggiamo è il ritratto di un’amara delusione e di un profondo sconforto per aver gettato via la propria esistenza. Lo scrittore fa i conti con sé stesso, con la sua vita, con la sua attività di letterato riconoscendo i propri sbagli. In questo lungo cammino nel proprio intimo, Wilde ritrova gli insegnamenti di tutta la letteratura greca e di Dante. L’Inferno di quest’ultimo è inteso come condizione esistenziale incidentale e necessaria si deve attraversare e può essere oltrepassato cercando un’esistenza belle e buona, ideali della filosofia greca. Wilde prende il dolore e lo assorbe, accettandolo come una lezione da imparare, lasciando intravedere la Sofferenza come nuovo fulcro della personalità artistica e unica via che insegna all’uomo la Verità dell’Arte. La lunga lettera attraversa quindi tutti i sentimenti possibili sperimentati da Wilde in carcere fino ad arrivare all’insegnamento che ha ricavato:

«Venisti a me per imparare il Piacere della Vita e il Piacere dell’Arte. Forse sono stato scelto per insegnarti qualcosa di più splendido, il significato del Dolore, e la sua bellezza. Il tuo affezionato amico, Oscar Wilde5

Ed è così che si conclude una delle riflessioni più intime e umane di Oscar Wilde che, alla fine del testo, ritrova nel dolore un particolare tipo di bellezza. Il dolore si trasforma, da paura in qualcosa di estremamente necessario per l’artista, al fine ultimo di comprendere la vera essenza della vita e svelare i falsi miti di cui la società vittoriana è piena.

la copertina del libro di Oscar Wilde, De Profundis and Other Prison Writings, ed. C. Tóibín, Penguin Classics, London, 2013. Foto di Cristina Stabile
la copertina del libro di Oscar Wilde, De Profundis and Other Prison Writings, ed. C. Tóibín, Penguin Classics, London, 2013. Foto di Cristina Stabile

 

Note: 

1Sorrow is a wound that bleeds when any hand but that of Love touches it.” Wilde 2013, p. 91.

2 «For Oscar Wilde, Posing Sondomite»: Orlandelli e Iorio, 2011, p. 7.

3Act of gross indecency with another male person”. Stanco 2020, p. 17.

4 Wilde 2013, p. 45.

5 “You came to me to learn the Pleasure of Life and the Pleasure of Art. Perhaps I am chosen to teach you something more wonderful, the meaning of Sorrow, and its beauty. Your affectionate friend, Oscar Wilde.” Ivi, p. 161.

 

Bibliografia:

Michele Stanco, a cura di, «And love finds a voice of some sort» – Omosessualità e (auto)censura nella letteratura inglese e francese (1870-1930), Carocci Editore, Roma, 2020.

Paolo Orlandelli e Paolo Iorio, a cura di, lmputato Oscar Wilde, Stampa Alternative, Viterbo, 2011.

Oscar Wilde, De Profundis and Other Prison Writings, ed. C. Tóibín, Penguin Classics, London, 2013.

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