Teatro Archivi - Classicult https://www.classicult.it/category/culture/teatro/ Dove i classici si incontrano. Cultura e culture Sat, 12 Apr 2025 14:17:25 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.2 https://www.classicult.it/wp-content/uploads/2018/08/cropped-tw-profilo-32x32.jpg Teatro Archivi - Classicult https://www.classicult.it/category/culture/teatro/ 32 32 Dal museo al teatro – un progetto di cultura diffusa e inclusiva al Parco archeologico delle Isole Eolie https://www.classicult.it/dal-museo-al-teatro-un-progetto-di-cultura-diffusa-e-inclusiva-al-parco-archeologico-delle-isole-eolie/ https://www.classicult.it/dal-museo-al-teatro-un-progetto-di-cultura-diffusa-e-inclusiva-al-parco-archeologico-delle-isole-eolie/?noamp=mobile#respond Fri, 11 Apr 2025 20:57:15 +0000 https://www.classicult.it/?p=301103 Dal museo al teatro - un progetto di cultura diffusa e inclusiva al Parco archeologico delle Isole Eolie, in scena il Prometeo incatenato di Eschilo

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Dal museo al teatro – un progetto di cultura diffusa e inclusiva al Parco archeologico delle Isole Eolie

ARCHEOLOGIA: PNRR, dal museo al teatro sperimentale. A Lipari le maschere teatrali greche tornano in scena per la tragedia classica “Prometeo incatenato” di Eschilo (3 maggio 2025)

Un caso di best practice: dalle copie tattili destinate ai non vedenti un contributo al teatro di ricerca che può sperimentare la recitazione con le maschere, come nell’antica Grecia

Il Parco Archeologico delle Isole Eolie della Regione Siciliana presenta il 2 e 3 maggio a Lipari le novità del Museo Luigi Bernabò Brea che si racconta in Braille e LIS a non vedenti e non udenti.

Progetto PNRR – MIC con app, video in LIS, storytelling a tema e due golf car per i visitatori a ridotta mobilità (VRM) realizzato con le Università di Milano (Cattolica) e Reggio Calabria e Naos Lab. Lo spettacolo del Prometeo è un Progetto PRIN dell’associazione Kerkis di Milano. Anteprima sperimentale a Milano il 25 marzo, al Teatro Pime.

Dal museo al teatro - un progetto di cultura diffusa e inclusiva Locandina generale
la locandina per Dal museo al teatro – un progetto di cultura diffusa e inclusiva al Parco archeologico delle Isole Eolie

LIPARI (ME), 11 aprile 2025 – Dal prossimo mese di maggio 2025 il Museo archeologico Luigi Bernabò Brea di Lipari – che fa parte del Parco archeologico delle Isole Eolie della Regione Siciliana, ente diretto dall’architetto Rosario Vilardo – “parlerà” in Braille e in LIS (Lingua Italiana dei Segni) e sarà fruibile quindi da non vedenti e non udenti grazie a una serie di innovazioni tecnologiche realizzate con i fondi del PNRR per la rimozione delle barriere fisiche e cognitive.

“Vietato non toccare”, recita infatti un pannello: in arrivo copie tattili delle maschere della tragedia antica (come Paride e Filottete, IV a.C. figure riconducibili alla perduta tragedia di Sofocle “Filottete a Troia”) e della commedia nuova (come Pseudokore e l’Etera, prima metà III a.C.); statuette comiche (come il Satiro sconcertato, dalla pancia gonfia e l’inequivocabile citazione fallica, tipica della satira del IV a.C.); vasi delle culture preistoriche e un cratere attico a figure rosse (V a.C.)

Milano: riproduzioni delle maschere teatrali del Museo di Lipari. Crediti per la foto: Alessandro Villa Museo di Lipari: l'Etera Museo di Lipari: Satiro Cornuto NAOS: digitalizzazione dei reperti UniRC: prototipo per l'Etera UniRC: prototipo di Satiro Cornuto

In tutto 35 reperti tattili, perfettamente uguali agli originali e realizzati in PLA (bioplastica ricavata da zuccheri vegetali) con tecnologie digitali e rilievi con laser scanner, che potranno essere toccati dai visitatori non vedenti (e non solo) restituendo loro la reale percezione della ricca collezione archeologica del Museo di Lipari, istituzione di altissimo valore storico e identitario che proprio lo scorso anno ha compiuto i suoi primi 70 anni di vita. Per i visitatori un’app, video descrizioni a tema e raccontate in LIS, didascalie e segnaletica in Braille (oltre a italiano e inglese) dentro e fuori il museo.

Christian Poggioni, attore e regista del Prometeo a Lipari Milano: l'artigiano Andrea Cavarra al lavoro su una maschera per il Prometeo di Lipari Christian Poggioni in Prometeo, Teatro Pime, Milano. Crediti per la foto: Roberto Bellu

Le novità saranno presentate al Parco delle Eolie il 2 e il 3 di maggio 2025 nel corso di una due giorni che, oltre a un convegno e a un workshop con gli attori istituzionali coinvolti nel progetto – e fra questi gli interventi dell’Assessore regionale dei BBCC Francesco Paolo Scarpinato e del Direttore generale del dipartimento, Mario La Rocca –  prevede sabato sera 3 maggio, ore 21, il debutto di uno spettacolo straordinario allestito nel teatro di pietra della rocca di Lipari, realizzato nel 1978 su modello di quelli greci e che guarda il mare.

Prometeo Incatenato Eschilo Locandina spettacolo Lipari 2025
la locandina dello spettacolo

Si tratta della tragedia greca “Il Prometeo incatenato” di Eschilo. La sua unicità sta nel fatto che gli attori sulla scena indosseranno maschere teatrali perfettamente riprodotte dai rilievi digitali sui reperti archeologici originali, miniature provenienti dai corredi funerari di Lipari ed esposti al Museo. Nel ruolo di Prometeo l’attore Christian Poggioni, regista dello spettacolo.

“Rendere i luoghi della cultura quanto più accessibili possibile è tra le nostre mission – ha detto l’Assessore ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – Grazie alle moderne tecnologie e ai sistemi più avanzati, la disabilità non può e non deve costituire un limite alla fruizione di Parchi archeologici, musei e gallerie. Stiamo lavorando alacremente in questa direzione affinché un numero sempre maggiore di siti sia accessibile a tutti”.

Il progetto, finanziato dal PNRR con circa 500mila euro, è redatto dal Parco delle Isole Eolie ed è stato messo a punto in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano; l’Università Mediterranea di Reggio Calabria e la società Naos Lab (azienda che opera tra Salerno, Catanzaro e Roma) che ha curato tutta l’elaborazione digitale. Il coordinamento scientifico del progetto è di Maria Clara Martinelli archeologa del Parco Eolie, Francesca Fatta, Docente di Disegno dell’architettura (UniRC) e Elisabetta Matelli, Docente di Storia del Teatro Greco (UniCatt).

Con questo progetto – commenta il Direttore del Parco delle Eolie, Rosario Vilardo – il Museo Luigi Bernabò Brea diventa inclusivo, parla il Braille e la LIS, si apre a quote di visitatori che sinora non potevano fruire e apprezzare il grande patrimonio archeologico e la storia delle Eolie che qui sono custoditi. Siamo sinceramente orgogliosi delle innovazioni introdotte, frutto del grande lavoro di squadra di un team interdisciplinare con il coordinamento scientifico e gestionale del Parco”.

Lo spettacolo teatrale del “Prometeo incatenato”, realizzato con i fondi PNRR del Parco delle Eolie e i fondi PRIN (Progetti di Ricerca di Rilevante interesse nazionale) assegnati all’Università Cattolica di Milano, è prodotto dalla compagnia teatrale dell’associazione “Kerkís. Teatro Antico In Scena” che a fine marzo ne ha portato al Teatro Pime di Milano una primissima recita sperimentale, necessaria agli attori per testare col pubblico in sala gli effetti della recitazione con le maschere, come nell’antichità.

*PLA: Il PLA (Acido Polilattico) è un’innovativa bioplastica derivata dalla trasformazione degli zuccheri presenti in mais, barbabietola, canna da zucchero e altri materiali naturali e rinnovabili

ARCHEOLOGIA: LE NOVITÀ DEL MUSEO DI LIPARI PER NON VEDENTI E NON UDENTI

Cuore del progetto PNRR del Parco archeologico delle Eolie è il Laboratorio Multisensoriale allestito al piano terra del primo edificio del complesso museale del Castello di Lipari. Qui i visitatori sono accolti in uno spazio espositivo con 35 riproduzioni tattili realizzate in PLA (acido polilattico, materiale usato nella stampa 3D). Fra cui: 26 maschere della commedia e della tragedia ricavate dalle miniature esposte al museo e provenienti dai corredi funerari rinvenuti nella necropoli di Contrada Diana dalla metà del secolo scorso e oggetto di numerose campagne di scavo coordinate dai grandi archeologi Luigi Bernabò Brea e da Madeleine Cavaliersei statuettedue vasi delle culture preistoriche e un cratere attico nero a figure rosse. Tutti questi prototipi, realizzati fedelmente grazie ai rilievi con laser scanner, sono completati da didascalie trilingue: italiano, inglese e braille. Completano il percorso 3 totem con la mappa degli edifici del Castello, dell’accessibilità dei singoli piani e la mappa cronologica degli scavi iniziati il 20 ottobre del 1950. Anche qui in italiano, ingleseLIS e con testo speakerato per i non vedenti; tre video con storytelling tematici; infine un QR CODE per scaricare l’app che accompagna i visitatori anche con un video con la descrizione audiovisiva dei reperti e contenuti in LIS. Un’area è stata destinata al bookshop e alla caffetteria che sarà data in gestione a terzi mentre tra le novità per i “visitatori speciali” con ridotta mobilità sono stati rinnovati ascensori e montascale secondo le normative più recenti, pedane per facilitare l’accesso ai piani; segnaletica e mappe in Braille nell’area esterna e due golf car elettriche per raggiungere il Museo.

TEATRO: IL PROMETEO INCATENATO DI ESCHILO A LIPARI

Conclude la due giorni dedicata alle novità del PNRR uno spettacolo originale: una tragedia classica, il “Prometeo Incatenato” di Eschilo, dove gli attori indosseranno come nell’antichità le maschere secondo il sistema recitativo del teatro classico. In questo caso si tratta delle maschere provenienti dalla necropoli di Lipari di Contrada Diana e oggi esposte nel Museo Luigi Bernabò Brea: miniature provenienti dai corredi funerari e che, grazie ai rilievi in 3D, sono state ingrandite con precisione a misura umana e realizzate da un artigiano nel modo più simile possibile alle originali per essere usate da attori professionisti ed essere quindi restituite alla loro funzione originaria, la dimensione teatrale.

La rappresentazione intende far emergere anche il potere sinestetico dei capolavori del teatro antico, composti in modo tale da creare ‘visioni’ anche solo ascoltando il testo, e percependo sonorità attraverso la sola vista. Lo spettacolo sarà messo in scena nel teatro all’aperto del Castello di Lipari, spazio straordinario con il mare a fare da scenografia e immerso nel complesso architettonico e museale che ospita il Parco archeologico delle Isole Eolie e il Museo Luigi Bernabò Brea, che nel 2024 ha compiuto 70 anni di storia. La ricostruzione artigianale delle maschere è stata curata da Andrea Cavarra e Chiara Barlassina, mentre Francesco Stilo ha realizzato i rilevamenti digitali delle miniature e la modellazione a grandezza naturale delle maschere

LA COLLEZIONE: STORIA DELLE MASCHERE DEL MUSEO ARCHEOLOGICO DI LIPARI

Le terrecotte di soggetto teatrale sono state oggetto di un importante studio di Luigi Bernabò Brea (tra il 1981 e il 2001), tutt’oggi ritenuto di fondamentale rilevanza scientifica. Lo studioso ha curato personalmente la scelta dei reperti e la loro collocazione nelle vetrine del Museo di Lipari a lui intitolato creando un percorso scenografico arricchito anche da miniature di palcoscenici teatrali.

La collezione è composta da numerosi esemplari di statuette e maschere riconducibili ai generi teatrali in uso all’epoca: tragedia, dramma satiresco, commedia. Le terrecotte provengono, in massima parte, dai corredi funerari delle tombe di Contrada Diana e da fosse votive situate nell’area della necropoli. Si tratta di riproduzioni in miniatura delle maschere che gli attori portavano sul volto durante la recitazione sia per amplificare il tono della voce, sia per interpretare i diversi ruoli loro assegnati, compresi quelli femminili. Accanto alle maschere figurano statuette di danzatori e danzatrici, di attori comici, di giocolieri nonché di satiri e sileni, fedeli e allegri compagni di Dioniso (testi Maria Clara Martinelli, archeologa).

INFO https://parchiarcheologici.regione.sicilia.it/isole-eolie/biglietti/museo-luigi-bernabo-brea-lipari/

REFERENTI DEL PROGETTO

Rosario Vilardo, Direttore del Parco Archeologico delle isole Eolie

Referenti tecnico-scientifici:

Alberto Ainis, Giuseppe Lumia, Maria Clara Martinelli (Parco Archeologico delle Isole Eolie, Museo Luigi Bernabò Brea)

Elisabetta Matelli (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano)

Francesca Fatta, Domenico Mediati (Dipartimento di Architettura e Design, Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria)

Testi, video e immagini dall’Ufficio Stampa “Progetto PNRR del Parco archeologico delle Isole Eolie”, Melamedia

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Grande successo per la stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025 al Sociale https://www.classicult.it/grande-successo-per-la-stagione-di-prosa-mantova-teatro-2024-2025-al-sociale/ https://www.classicult.it/grande-successo-per-la-stagione-di-prosa-mantova-teatro-2024-2025-al-sociale/?noamp=mobile#respond Thu, 10 Apr 2025 20:52:59 +0000 https://www.classicult.it/?p=300749 Grande successo per la stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025 al Sociale: pubblico e critica hanno risposto con grande entusiasmo al programma di spettacoli

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Grande successo per la stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025 al Sociale

La stagione di prosa appena conclusasi al Teatro Sociale di Mantova ha registrato uno strepitoso successo. Pubblico e critica hanno risposto con grande entusiasmo al programma di spettacoli che in questa stagione Fondazione Artioli ha proposto per la rassegna Mantova Teatro, dimostrando non solo un grande interesse per l’offerta culturale, ma anche grande affetto per il lavoro di ricerca artistica che ha portato grandi nomi e produzioni di altissimo livello del panorama teatrale italiano a calcare il palcoscenico del teatro massimo di Mantova.

Il successo è il frutto di una ricerca culturale che, anno dopo anno, ha saputo avvicinare sempre di più il pubblico al mondo del teatro, condividendo con esso le emozioni del vivere la cultura degli spettacoli dal vivo, ed è il risultato della collaborazione tra Fondazione Artioli e Comune di Mantova, e del contributo di Fondazione Banca del Monte di Lombardia. Ad essi si affianca, in qualità di main sponsor, Fondazione Marcegaglia.

Con i sette spettacoli in cartellone, quattro dei quali hanno registrato il sold-out, la stagione di prosa ha registrato una media di oltre 600 spettatori a spettacolo e una campagna abbonamenti andata esaurita in meno di tre mesi. Portando in scena riflessioni, attualità, drammi, ma anche risate e leggerezza, con uno sguardo ai grandi classici e un altro rivolto alla contemporaneità e innovazione, il programma si è concluso confermando un percorso di crescita che non appartiene solo ai singoli individui, ma è tesoro di tutta la comunità che nel tempo del teatro si arricchisce, insieme, del valore inestimabile delle emozioni.

Con l’entusiasmo raccolto da questo grande successo, Fondazione Artioli si prepara per la prossima stagione di prosa: nel mese di giugno verrà annunciato il cartellone 2025-2026: con esso verrà aperta la campagna abbonamenti e messi in vendita anche i biglietti per i singoli spettacoli.

Federica Restani, Presidente Fondazione Artioli:

In questo 2024-25 il teatro a Mantova ha reso visibile quel ciclo di germinazione e fioritura i cui i semi sono stati gettati nel biennio precedente, in un rinnovarsi continuo della cultura condivisa. La straordinaria partecipazione di pubblico, autentica linfa che scorre nelle radici di una comunità, ha reso visibile  un’esperienza collettiva di arricchimento attraverso le tematiche degli spettacoli proposti, che hanno stimolato il pensiero e la riflessione del vasto pubblico. In un luogo che è snodo della nostra città, Fondazione Artioli ha offerto uno spazio in cui le voci si intrecciano e le emozioni si condividono. In questo contesto, la politica culturale della cittadina, ha colto nel segno della necessità del pubblico, dimostrando come l’arte, la cultura e anche l’intrattenimento di un certo livello possano essere motori di crescita e di coesione sociale.

Raffaele Latagliata, direzione artistica Stagione di prosa:

Il mio, più che un commento, vuole essere semplicemente un ringraziamento a tutto il pubblico della stagione di prosa appena conclusasi, che ha dimostrato con la propria presenza sempre cosi’ numerosa  e con il proprio entusiasmo sempre così palapabile al  termine di ogni rappresentazione, di apprezzare particolarmente l’offerta spettacolistica di quest’anno.

La scelta di portare a Mantova proposte teatrali di  alta qualità e di indubbio valore artistico e culturale che, nella loro eterogeneità e trasversalità, fossero  comunque in  grado di coinvolgere e appassionare il pubblico, si  è  dimostrata vincente. 

La presenza, poi, di così tanti giovani che si  avvicinano al  teatro e che ne rimangono affascinati, rappresenta, infine, non solo un motivo personale di orgoglio e di soddisfazione, ma anche uno  stimolo a continuare in questa direzione e una speranza per il futuro del teatro nella nostra città e non solo.

Federico Ferrari, coordinamento e direzione Fondazione Artioli:

Il valore del Teatro come luogo si esalta in un tempo in cui non è semplice sviluppare nuove economie ed ecologie culturali. Lo straordinario risultato della stagione di prosa 2024/2025 segna un passo in avanti che ci obbliga a riconsiderare l’ecosistema culturale del territorio attraverso una consapevolezza nuova che si basa su identità, scambio di competenze e consolidamento con i soggetti culturali che credono nel nostro progetto. L’obiettivo fondamentale di rendere il Teatro Sociale un luogo della comunità e per la comunità è alla base della politica culturale della Fondazione. La sfida più importante sarà quella di crescere ogni anno e confermare che la nostra mission sia sempre a favore di chi ama il Teatro non solo come luogo ma come esperienza quotidiana di bellezza e meraviglia.

Teatro Sociale di Mantova 17-12-2024-13
Grande successo per la stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025 al Sociale: pubblico e critica hanno risposto con grande entusiasmo al programma di spettacoli

Testo e foto dall’Ufficio Stampa Fondazione Umberto Artioli Mantova Capitale Europea dello Spettacolo.

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Stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025: al Teatro Sociale, Boston Marriage e talk https://www.classicult.it/stagione-di-prosa-mantova-teatro-2024-2025-al-teatro-sociale-boston-marriage-e-talk/ https://www.classicult.it/stagione-di-prosa-mantova-teatro-2024-2025-al-teatro-sociale-boston-marriage-e-talk/?noamp=mobile#respond Sat, 08 Mar 2025 19:26:43 +0000 https://www.classicult.it/?p=296866 Stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025: lunedì 10 marzo al Teatro Sociale: “Boston marriage”, l’acclamato spettacolo di prosa, e alle 17:30 talk nel foyer del Teatro

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Stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025: lunedì 10 marzo al Teatro Sociale: “Boston marriage”, l’acclamato spettacolo di prosa, e alle 17:30 talk nel foyer del Teatro

Teatro Sociale di Mantova Boston marriage Teatro Sociale di Mantova Boston marriage

Il Teatro Sociale si prepara ad aprire le porte per “Boston Marriage”, opera scritta dal drammaturgo David Mamet, premio Pulitzer e più volte candidato agli Oscar, la cui trama racconta le vicende di due donne, Anna e Claire, che si scopre essere state, un tempo, una coppia affiatata. L’espressione “matrimonio bostoniano” era in uso nel New England a cavallo tra il XIX e il XX secolo per alludere a una convivenza tra donne economicamente indipendenti da uomini.

Boston Marriage” è il settimo e ultimo appuntamento con questa stagione di prosa che ha raccolto, sin dal primo titolo in cartellone, un grande riscontro di pubblico e critica, e lunedì 10 marzo 2025, alle 21:00, vedrà sul palco del massimo cittadino tre grandi attrici: Maria Paiato, vincitrice del prestigioso Premio Le Maschere del Teatro Italiano come miglior attrice protagonista proprio per “Boston Marriage”, Mariangela Granelli e Ludovica D’Auria, per la regia di Giorgio Sangati.

Stati Uniti: fine ‘800. Un salotto, due dame e una cameriera: Anna e Claire sono state un tempo una coppia molto affiatata, e dopo la separazione la riconquista si rivelerà più complicata del previsto. In un crescendo ritmico quasi da farsa e ricco di colpi di scena rocamboleschi, lo spettacolo si spinge su un gioco di facciate che da un lato nasconde e dall’altro rivela, attraverso la relazione omosessuale tra le due donne. Protagoniste di questa opera crudele, divertente e squisitamente sofisticata saranno Maria Paiato, vincitrice del prestigioso Premio “Le Maschere del Teatro Italiano 2024” come attrice protagonista proprio per “Boston Marriage”, Mariangela Granelli e Ludovica D’Auria, per la regia di Giorgio Sangati.

Teatro Sociale di Mantova Boston marriage
Stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025: lunedì 10 marzo al Teatro Sociale: “Boston marriage”, l’acclamato spettacolo di prosa, e alle 17:30 talk nel foyer del Teatro. Crediti per la foto: Serena Pea

Biglietti disponibili online su ticketone.it e presso la Biglietteria del Teatro Sociale (martedì 10:00-13:00, giovedì 16:00-19:00, sabato 10:00-13:00)

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Ad arricchire l’appuntamento, si aggiunge, nel pomeriggio del debutto a Mantova, un talk di approfondimento con interventi delle attrici protagoniste Maria Paiato, Mariangela Granelli e Ludovica D’Auria, di Federica Restani – Presidente di Fondazione Artioli, e di Arianna Labanti – Presidente di Arcigay Mantova. Il talk, dal titolo “Superando l’amore degli uomini” sarà l’occasione per conoscere più da vicino lo spettacolo e, partendo proprio dal significato che animava la scelta del matrimonio bostoniano, per affrontare il tema dell’emancipazione femminile e omosessuale, attraverso uno sguardo storico, culturale e artistico.

Il talk nasce dalla collaborazione tra Arcigay “La Salamandra” Mantova e Fondazione U. Artioli Mantova Capitale Europea dello Spettacolo. L’appuntamento è per le ore 17:30 nel foyer del Teatro Sociale di Mantova.

L’ingresso è gratuito e aperto a tutt*.

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10 marzo 2025, Teatro Sociale di Mantova

ore 17:30, Foyer del Teatro

Superando l’amore degli uomini

Talk di approfondimento sul tema dello spettacolo “Boston Marriage”

con le attrici Maria Paiato, Mariangela Granelli, Ludovica D’Auria,

Federica Restani – Presidente Fondazione Artioli

Arianna Labanti – Presidente Arcigay “La Salamandra” Mantova

Ingresso gratuito

ore 21:00

Boston Marriage

di David Mamet

traduzione Masolino D’Amico

con Maria Paiato, Mariangela Granelli, Ludovica D’Auria

Regia Giorgio Sangati

scene Alberto Nonnato

luci Cesare Agoni

musiche Giovanni Frison

assistente alla regia Michele Tonicello

Produzione Centro Teatrale Bresciano, Teatro Biondo di Palermo

in accordo con Arcadia e Ricono Ltd

per gentile concessione di A3 Artist Agency

Biglietti disponibili su ticketone.it e presso la Biglietteria del Teatro

Tutte le informazioni sulla stagione di spettacoli al Teatro Sociale di Mantova sono sul sito www.mantovateatro.it

È possibile inoltre iscriversi in modo completamente gratuito alla newsletter di www.mantovateatro.it, per essere sempre aggiornati sugli spettacoli, sulle importanti news e informazioni di biglietteria.

 

Testo e immagini dall’Ufficio Stampa Fondazione Umberto Artioli Mantova Capitale Europea dello Spettacolo.

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Carmen Rap al Teatro di San Carlo per la Giornata internazionale della donna, l’8 marzo 2025 https://www.classicult.it/carmen-rap-al-teatro-di-san-carlo-per-la-giornata-internazionale-della-donna-l8-marzo-2025/ https://www.classicult.it/carmen-rap-al-teatro-di-san-carlo-per-la-giornata-internazionale-della-donna-l8-marzo-2025/?noamp=mobile#respond Wed, 05 Mar 2025 21:16:41 +0000 https://www.classicult.it/?p=296681 La reinterpretazione in chiave contemporanea Carmen Rap al Teatro di San Carlo per la Giornata internazionale della donna, l'8 marzo 2025

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Carmen Rap contro il femminicidio – Un messaggio forte dai laboratori di Vigliena in occasione della Giornata internazionale della donna 2025, rivolto all’universo maschile per sostenere le battaglie contro la discriminazione e la violenza di genere

8 marzo, ore 20:30 – 9 marzo, ore 17:00

Officine San Carlo

Stradone Vigliena, 23/A

Carmen Rap al Teatro di San Carlo per la Giornata internazionale della donna, l'8 marzo 2025 poster

In occasione della Giornata Internazionale della Donna, i Laboratori di Vigliena diventano il palcoscenico di un evento speciale: Carmen Rap, un’opera che trasforma il capolavoro di Bizet in un potente grido contro il femminicidio. Lo spettacolo andrà in scena l’8 marzo alle 20:30, in replica domenica 9 marzo alle 17.00. Musiche e testi sono di Luca Caiazzo, in arte Lucariello, la drammaturgia è di Federico Vacalebre, mentre Michele Sorrentino Mangini firma la regia. Le musiche verranno eseguite dai Professori d’Orchestra del Teatro di San Carlo.

L’ingresso è gratuito. Prenotazione obbligatoria al seguente link: https://officine-san-carlo.eventcube.io/events/72218/carmen-rap/

Protagonisti di questa reinterpretazione in chiave contemporanea sono il rapper Lucariello e i giovani talenti delle Officine San Carlo, che attraverso la musica e le parole lanciano un messaggio forte e chiaro, per il rispetto delle donne che deve essere il fondamento di ogni relazione, che non può e non deve essere basata sulla violenza che va condannata senza se e senza ma. L’intento è di coinvolgere l’universo maschile nella battaglia della parità, che ancora oggi non vede il ruolo della donna pienamente riconosciuto come dovrebbe. Sono noti i numerosi episodi di cronaca con donne innocenti come vittime e uomini violenti come carnefici.

Xana Vazquez de Prada darà volto e voce a Carmen, anzi Carme’, non più gitana, ma portoricana a Castel Volturno. Legge le carte, ma soprattutto fa la ballerina, la cubista, la ragazza immagine, in una discoteca-lido. Don Josè è ora Giuseppe, interpretato da Alessio Sica: uno sbirro mammista, spedito in una terra che non conosce. Zuniga è diventato Zurzolo, il suo superiore: Vincenzo Bove ne veste i panni. Escamillo, invece, è un trapper, lo chiamano ‘O Torero per come «mata» le platee: lo interpreta Oyoshe Waza.

Si aggiungono al cast Chiara di Girolamo (Mercedes) e Noemi Gherrero (Tessy), Lorenzo Vacalebre (O’ Tricc) e Marco Antonio Vincenzo Ferrante (O’ Tracc). Completano Gianfranco Matonti (Don Pasta), Josepha Pangia (Una ballerina) e Francesco Barra (Un poliziotto). Condivide il palcoscenico il Coro composto dagli allievi dell’Officina Carmen Rap.

Le scene di Fabio Marroncelli sono state realizzate da Anna Nasone con gli studenti dell’Officina di Scenografia. Giusi Giustino, che firma i costumi, ha lavorato con gli studenti dell’Officina di Sartoria Teatrale Circolare. Le luci sono di Nunzio Perrella.

Nell’utilizzare il genere musicale rap, questa opera speciale ad Officine San Carlo racconta una storia di libertà e autodeterminazione, ribaltando la narrazione tradizionale per porre l’accento sulla necessità di un cambiamento culturale.

In un momento storico in cui la violenza di genere è un’emergenza sempre più drammatica, questo spettacolo vuole essere un’occasione di riflessione e consapevolezza, attraverso una rivisitazione contemporanea della Carmen.

Non è la prima volta in scena, ma la Carmen Rap, richiestissima dal pubblico, ogni volta trasmette emozioni forti e anche stavolta sarà ricca di spunti di riflessione.

Nella locandina dello spettacolo spicca una immagine dei due protagonisti calati nei panni di “Carmè” e Giuseppe, che subito trasporta il pubblico nella contemporaneità dell’opera ambientata a Castel Volturno, e una frase d’effetto: “Un 8 marzo che parla agli uomini affinché il rispetto e l’ascolto diventino i veri protagonisti della nostra società”.

 

Testo e foto dal Dipartimento Ricerca, Editoria e Comunicazione del Teatro di San Carlo.

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Stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025: al Teatro Sociale, “Il caso Jekyll” con Sergio Rubini e Daniele Russo https://www.classicult.it/stagione-di-prosa-mantova-teatro-2024-2025-al-teatro-sociale-il-caso-jekyll-con-sergio-rubini-e-daniele-russo/ https://www.classicult.it/stagione-di-prosa-mantova-teatro-2024-2025-al-teatro-sociale-il-caso-jekyll-con-sergio-rubini-e-daniele-russo/?noamp=mobile#respond Wed, 26 Feb 2025 10:30:27 +0000 https://www.classicult.it/?p=295603 Stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025: al Teatro Sociale, appuntamento per “Il caso Jekyll” con Sergio Rubini e Daniele Russo

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Stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025: Venerdì 28 febbraio al Teatro Sociale, l’appuntamento con la grande prosa: “Il caso Jekyll” con Sergio Rubini e Daniele Russo

La stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025 al Teatro Sociale di Mantova prosegue all’insegna dei grandi spettacoli.

Venerdì 28 febbraio alle 21:00, il Teatro massimo della città ospiterà lo spettacolo “Il caso Jekyll”, tratto dal romanzo di Robert Louis Stevenson, per l’adattamento di Carla Cavallucci e Sergio Rubini. Sul palcoscenico, nei ruoli dei protagonisti, ci saranno Sergio Rubini e Daniele Russo, affiancati da un prestigioso cast di attori: Geno Diana, Roberto Salemi, Angelo Zampieri, Alessia Santalucia, regia di Sergio Rubini.

Partendo dalla nota storia raccontata da Stevenson, che anticipava il teatro del novecento, lo spettacolo affronta il tema del dualismo tra bene e male, tra luce e ombra, che attraverso il dualismo della personalità parla al pubblico racconta dell’inconscio.

Il caso Jekyll Rubini Russo

Il nostro Henry Jekyll è uno stimato e blasonato studioso della mente vissuto tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, proprio nello stesso periodo in cui nasce e si sviluppa la psicanalisi.

Dopo un’affannosa e solitaria ricerca sui disturbi psichici dei propri pazienti, il grande luminare è approdato all’individuazione delle cause della malattia mentale: all’origine di quei disturbi vi è il conflitto tra l’Io e la sua parte oscura, la sua Ombra, quella battezzata in quegli anni con il nome di Inconscio.

Secondo gli approdi scientifici del dottor Jekyll, l’Io anziché reprimere questa parte, che se troppo compressa improvvisamente potrebbe emergere in tutta la sua violenza fino a sfociare talvolta nella follia, deve imparare a riconoscerla e a stabilire con essa un rapporto, un dialogo costruttivo. L’Ombra, infatti, non è costituita solo da istinti e desideri inconfessabili, ma è anche e soprattutto fonte di creatività e di piacere, oltre a rappresentarci per ciò che siamo veramente, nel profondo. Il dottor Jekyll decide così di sperimentare su se stesso le sue teorie tirando fuori dalla caverna del conscio ciò che è a lui stesso nascosto, a cui dà il nome di Edward Hyde. Ciò che il dottore non mette in conto è che una volta liberato quel suo famigliare oscuro, questi, anziché soggiacere alle regole del dialogo impostate dalla sua parte razionale, inizia progressivamente a vivere di vita propria dando libero sfogo alle sue inclinazioni più malvagie e violente fino a prendere il sopravvento sull’intera vita dell’esimio scienziato. A cadere vittima di Edward Hyde, oltre a tutte le figure chiave della vita del medico, ignare di chi si nasconda dietro quell’essere spregiudicato, sarà Jekyll stesso, che al culmine degli orrori collezionati dal suo doppio malvagio, sarà messo di fronte all’amara scelta se continuare a tenere in vita Edward Hyde o “disinnescarlo” anche a costo di ucciderlo

L’appuntamento con “Il caso Jekyll” è quindi per venerdì 28 febbraio alle 21:00, al Teatro Sociale di Mantova, per una serata di grande spettacolo e grandi emozioni, in un’atmosfera unica e indimenticabile.

Stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025: “Il caso Jekyll” al Teatro Sociale, Gallery

Teatro Sociale di Mantova Il caso Jekyll

Biglietti disponibili su Ticketone e presso la Biglietteria del Teatro Sociale di Mantova (orari: martedì 10:00-13:00, giovedì 16:00-19:00, sabato 10:00-13:00)

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Tutte le informazioni sulla stagione di spettacoli al Teatro Sociale di Mantova sono sul sito www.mantovateatro.it

È possibile inoltre iscriversi in modo completamente gratuito alla newsletter di www.mantovateatro.it, per essere sempre aggiornati sugli spettacoli, sulle importanti news e informazioni di biglietteria.

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Il prossimo spettacolo della stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025:

Boston Marriage”, acclamatissimo spettacolo che sta raccogliendo enormi consensi con un cast di grandi attrici tra le quali Maria Paiato, vincitrice del premio “Maschere del Teatro Italiano” per la sua interpretazione in questo spettacolo.

Alle ore 17:30, presso il foyer del teatro, si terrà il talk “Superando l’amore degli uomini – talk di approfondimento sul tema dello spettacolo Boston Marriage, al quale parteciperanno le attrici Maria Paiato, Mariangela Granelli, Ludovica D’Auria, la Presidente di Fondazione Artioli Federica Restani, la Presidente di Arcigay Mantova Arianna Labanti. L’ingresso è gratuito e aperto a tutt*.

https://www.mantovateatro.it/stagioni-teatrali/mantova-teatro-2024-2025/

La stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025 è organizzata da Fondazione Artioli e Comune di Mantova, con il contributo di Fondazione Banca del Monte di Lombardia. Main sponsor: Fondazione Marcegaglia

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28 Febbraio 2025, ore 21:00

IL CASO JECKYLL

tratto da Robert Louis Stevenson

adattamento Carla Cavallucci e Sergio Rubini

con SERGIO RUBINI, DANIELE RUSSO

e con Geno Diana, Roberto Salemi, Angelo Zampieri, lesais Santalucia

regia Sergio Rubini

scene Gregorio Botta

scenografia Lucia Imperato

costumi Chiara Aversano

disegno luci Salvatore Palladino

progetto sonoro Alessio Foglia

Produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Marche Teatro, Teatro Stabile di Bolzano

 

 

Testo e immagini dall’Ufficio Stampa Fondazione Umberto Artioli Mantova Capitale Europea dello Spettacolo.

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Stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025: nuovo sold out per “Perfetti sconosciuti” al Teatro Sociale https://www.classicult.it/stagione-di-prosa-mantova-teatro-2024-2025-nuovo-sold-out-per-perfetti-sconosciuti-al-teatro-sociale/ https://www.classicult.it/stagione-di-prosa-mantova-teatro-2024-2025-nuovo-sold-out-per-perfetti-sconosciuti-al-teatro-sociale/?noamp=mobile#respond Fri, 17 Jan 2025 18:16:22 +0000 https://www.classicult.it/?p=291534 Stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025: nuovo sold out per “Perfetti sconosciuti” al Teatro Sociale, con un prestigioso cast

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Stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025: Giovedì 23 gennaio al Teatro Sociale, un altro sold out per la stagione di prosa, con “Perfetti sconosciuti”

La stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025 al Teatro Sociale di Mantova registra un nuovo, entusiasmante sold-out.

Giovedì 23 gennaio, il Teatro massimo della città ospiterà lo spettacolo “Perfetti sconosciuti” versione teatrale dell’acclamatissimo film vincitore di due David di Donatello, tre Nastri d’Argento, un Globo d’Oro e tre Ciak d’Oro, diretto da Paolo Genovese, che ha curato la regia anche dello spettacolo teatrale.

Sul palco un prestigioso cast di artisti: Dino Abbrescia, Alice Bertini, Marco Bonini, Paolo Calabresi, Massimo De Lorenzo, Lorenza Indovina, Valeria Solarino.

L’appuntamento ha già registrato il tutto esaurito: un SOLD OUT preannunciato che rappresenta il grande successo e la grande qualità del cartellone in programma, accolto e apprezzato dal pubblico con grande interesse ed entusiasmo. Con “Perfetti sconosciuti”, gli spettatori torneranno a vivere l’esperienza sublime degli spettacoli di prosa nell’atmosfera unica e indimenticabile del teatro.

Stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025: nuovo sold out per “Perfetti sconosciuti” al Teatro Sociale, Gallery

Stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025: nuovo sold out per “Perfetti sconosciuti” al Teatro Sociale

 

Paolo Genovese firma la sua prima regia teatrale portando in scena l’adattamento di “Perfetti sconosciuti”.
Una brillante commedia sull’amicizia, sull’amore e sul tradimento. Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata ed una segreta. Un tempo quella segreta era ben protetta nell’archivio della nostra memoria, oggi nelle nostre sim. Cosa succederebbe se quella minuscola schedina si mettesse a parlare?
Eva e Rocco, sposati da anni, ma in crisi, decidono di organizzare una cena a casa loro, invitando alcuni loro amici di vecchia data: Cosimo e Bianca, novelli sposi che desiderano fortemente avere un figlio; Lele e Carlotta, anche loro in forte crisi matrimoniale, sposati da dieci anni e con due figli; Peppe che aveva promesso di presentare agli amici la sua nuova compagna Lucilla, la quale tuttavia non ha potuto prendere parte alla cena. Eva decide di proporre un “esperimento sociale”: mettere i propri cellulari sul tavolo e far sapere a tutti il contenuto di ogni messaggio o telefonata ricevuti nell’arco della serata. Nonostante un’iniziale riluttanza, alla fine tutti decidono di partecipare. Quello che doveva essere un semplice gioco si trasforma ben presto in un paradossale tour de force di equivoci e segreti inconfessabili che vengono alla luce, scatenando il caos all’interno della casa. Fino a scoprire di essere “perfetti sconosciuti”. Oppure no?

L’appuntamento con “Perfetti sconosciuti” è quindi per giovedì 23 gennaio 2025, al Teatro Sociale di Mantova, per una serata di grande spettacolo e grandi emozioni.

Tutte le informazioni sulla stagione di spettacoli al Teatro Sociale di Mantova sono sul sito www.mantovateatro.it

È possibile inoltre iscriversi in modo completamente gratuito alla newsletter di www.mantovateatro.it, per essere sempre aggiornati sugli spettacoli, sulle importanti news e informazioni di biglietteria.

I prossimi spettacoli della stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025 saranno:

L’anatra all’arancia”, divertentissima e frizzante commedia che vedrà sul palco Emilio Solfrizzi, Carlotta Natoli, e un cast di grandi attori;

Il caso Jekyll”, spettacolare e suggestivo adattamento del grande classico di R.L. Stevenson con Sergio Rubini e Daniele Russo;

Boston Marriage”, acclamatissimo spettacolo che sta raccogliendo enormi consensi con un cast di grandi attrici tra le quali Maria Paiato, vincitrice del premio “Maschere del Teatro Italiano” per la sua interpretazione in questo spettacolo.

https://www.mantovateatro.it/stagioni-teatrali/mantova-teatro-2024-2025/

La stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025 è organizzata da Fondazione Artioli e Comune di Mantova, con il contributo di Fondazione Banca del Monte di Lombardia. Main sponsor: Fondazione Marcegaglia

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23 gennaio 2025, ORE 21:00
Teatro Sociale, Mantova

PERFETTI SCONOSCIUTI
uno spettacolo di Paolo Genovese
con (in ordine alfabetico): Dino Abbrescia, Alice Bertini, Marco Bonini, Paolo Calabresi, Massimo De Lorenzo, Lorenza Indovina, Valeria Solarino
scene Luigi Ferrigno
costumi Grazia Materia
luci Fabrizio Lucci
produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo
in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana e Lotus Production

 

Testo e immagini dall’Ufficio Stampa Fondazione Umberto Artioli Mantova Capitale Europea dello Spettacolo.

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Casorati, la mostra a Palazzo Reale di Milano https://www.classicult.it/casorati-la-mostra-a-palazzo-reale-di-milano/ https://www.classicult.it/casorati-la-mostra-a-palazzo-reale-di-milano/?noamp=mobile#respond Tue, 14 Jan 2025 17:05:48 +0000 https://www.classicult.it/?p=290865 Casorati, la mostra a Palazzo Reale di Milano è una delle più ampie e complete retrospettive dedicate a Felice Casorati

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CASORATI, la mostra a Palazzo Reale di Milano

dal 15 febbraio al 29 giugno 2025

Milano, 4 dicembre 2024. Il Comune di Milano e Marsilio Arte presentano una delle più ampie e complete retrospettive dedicate a Felice Casorati (Novara, 1883 Torino, 1963), straordinario artista italiano che torna a Milano a Palazzo Reale dal 15 febbraio al 29 giugno 2025, dopo 36 anni dall’ultima mostra del 1989. Promossa da Comune di Milano – Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Marsilio Arte in collaborazione con l’Archivio Casorati, la mostra è curata da Giorgina Bertolino, Fernando Mazzocca e Francesco Poli, tra i maggiori studiosi dell’opera casoratiana.

Il legame storico tra l’artista e la città di Milano è uno dei temi della mostra e del catalogo edito da Marsilio Arte. Nel corso della sua lunga carriera, Casorati ha attribuito una funzione strategica a Milano, prima città in Italia a dotarsi di un moderno sistema e mercato dell’arte, riconoscendo alle sue rassegne degli anni Venti lo spazio strategico per un confronto diretto con le ricerche artistiche più aggiornate.

Casorati a Palazzo Reale propone una rilettura complessiva del lavoro dell’artista, ripercorrendo in ordine cronologico attraverso 14 sale le diverse stagioni della sua produzione, dagli esordi nei primi anni del Novecento fino agli anni Cinquanta. Sono oltre cento le opere presentate per l’occasione, tra dipinti su tela e tavola, sculture, opere grafiche della stagione simbolista, bozzetti per scenografie di opere realizzate per il Teatro alla Scala, tutte di assoluto rilievo e raffinata qualità, selezionate per la loro esemplare storia espositiva. I prestiti provengono da prestigiose raccolte private e da importanti collezioni pubbliche, tra le quali in particolare la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, dove è conservata la più importante e ricca collezione museale di opere di Casorati, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, la Galleria Internazionale d’Arte Moderna Ca’ Pesaro di Venezia, il Museo del Novecento di Milano, il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, la Galleria d’Arte Moderna di Genova, la Galleria d’Arte Moderna Achille Forti di Verona. Cardine del progetto è la stretta collaborazione con l’Archivio Casorati, che ha assicurato il supporto scientifico e la consultazione e condivisione dei materiali documentari storici.

Casorati, la mostra a Palazzo Reale di Milano. Gallery

Tiro al bersaglio (o Tiro a segno) [1919], tempera su tela, 130 x 120 cm. Torino, collezione privata. Crediti per la foto: Pino Dell'Aquila Annunciazione, 1927, olio su tavola, 151 x 100 cm. Milano, collezione privata. Crediti per la foto: Giuseppe e Luciano Malcangi Le sorelle Pontorno [1937], olio su tela, 162 x 129 cm. UniCredit Art Collection. Crediti per la foto: Sebastiano Pellion di Persano Casorati mostra a Palazzo Reale di Milano Raja [1924-1925], tempera su tavola, 120 x 100 cm. Venezia, collezione privata. Crediti per la foto: Matteo De Fina

Come osservano i curatori, «la retrospettiva è stata pensata per trasportare i visitatori all’interno dell’universo poetico di Casorati, invitandoli a immergersi nei suoi ambienti (gli interni e lo studio, teatro concettuale della sua intera poetica), conducendoli tra le figure pensose e malinconiche, emblemi riflessivi di un’umanità partecipe e di una profonda filosofia esistenziale. Le sale di Palazzo Reale costituiscono il contesto aulico perfetto per ricostruire la dimensione silenziosa, fatta di pause, contrappunti e vuoti, emanata dalle opere stesse».

La narrazione segue l’intera cronologia dell’arte di Felice Casorati, documentando l’avvicendarsi delle fonti di ispirazione e degli stili, dal verismo al simbolismo, dal neoclassicismo al realismo magico, dalla fase più espressionista orientata dalle deformazioni picassiane sino al ritorno al sintetismo e alle stesure à plat, caratteristiche della produzione di fine carriera.

Il percorso si apre con le prime opere connotate da uno spiccato realismo, tra le quali il celebre Ritratto della sorella Elvira del 1907 (collezione privata) o Le ereditiere del Mart di Rovereto del 1910. Un focus importante è dedicato agli anni trascorsi a Verona, dove l’artista si trasferisce con la famiglia nel 1911. In questa città inizia la sua stagione simbolista e secessionista, alimentata dal confronto con la vicina Venezia, dove Casorati frequenta Ca’ Pesaro, allestisce la sua prima mostra personale nel 1913 e conosce Gino Rossi, Arturo Martini, Teodoro Wolf Ferrari.

La mostra propone alcuni dei maggiori capolavori dell’autore con il ciclo delle Grandi tempere e registra l’evoluzione dello stile e del linguaggio dopo il definitivo trasferimento a Torino, a seguito della tragica morte del padre. Qui, nel 1919, Felice Casorati si stabilisce nella casa-studio dove vivrà per tutta la vita. Per la prima volta dal 1964 vengono accostati in un trittico ideale tre importanti dipinti caratterizzati da una dimensione spaziale nuda e desolata e un senso metafisico di inquietante solitudine: Una Donna (o l’Attesa, 1918-19, collezione privata), Un uomo (o Uomo delle botti, 1919-20) e Bambina (o Ragazza con scodella, 1919), entrambi della collezione della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. La sezione è completata dall’imponente e maestosa Colazione (Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea. Collezione Cerruti), che ritrae una famiglia di sole donne, forse orfane o vedove di guerra, a riassumere lo stato emotivo e psicologico di Casorati, intonato al senso di lutto che pervade i primi anni del dopoguerra.

Aprono gli anni Venti i capolavori La donna e l’armatura del 1921 (GAM Torino) e Silvana Cenni del 1922 (collezione privata), icona metafisica ispirata alla misura classica quattrocentesca e alle pale d’altare di Piero della Francesca.

Risale a questo periodo la collaborazione di Casorati con Riccardo Gualino, collezionista, mecenate e imprenditore, per il quale l’artista dipinge i ritratti di famiglia e progetta, insieme all’architetto Alberto Sartoris, il piccolo teatro privato nella loro residenza torinese. Il sodalizio è ricostruito in mostra dai tre ritratti Gualino, dal ritratto di Alfredo Casella (collezione privata), compositore e pianista, direttore di molti concerti nel teatrino torinese, e delle danzatrici Raja e Bella Markman, protagoniste con Cesarina Gualino, delle esibizioni di danza libera sotto i fregi casoratiani del teatrino, documentati dai bassorilievi Donna con arco, L’incontro con la musica, Donna seduta con scodella (collezione privata).

Nel 1924 Casorati partecipa alla Biennale di Venezia, un importante momento di riconoscimento e celebrità, cui la mostra dedica un’intera sala con cinque delle opere esposte in quell’occasione: Meriggio del 1923 (Museo Revoltella, Galleria d’Arte Moderna, Trieste), Natura morta con manichini del 1924 (Museo Novecento, Milano), Ritratto di Hena Rigotti (GAM Torino), Duplice ritratto (collezione privata) e Concerto del 1924 (RAI, Direzione Generale, Torino e Roma). A partire dalla metà degli anni Venti,

Casorati sviluppa il tema delle Conversazioni, un ciclo ideale inaugurato dalla celeberrima e tuttora intrigante Conversazione platonica del 1925 (collezione privata). Il dipinto, nel quale accanto a un sensuale nudo femminile disteso, siede un uomo con un cappello nero (è l’architetto e amico Alberto Sartoris), fu protagonista di un lungo tour espositivo con l’esordio alla Prima mostra del Novecento italiano a Milano nel 1926 e tappe a Dresda (1926), a Ginevra, Zurigo e Pittsburgh (1927), a New York (1928) e all’Expo di Barcellona (1929), dove fu premiato con una medaglia d’oro.

In mostra si potrà ammirare dopo molti anni lo straordinario dipinto Annunciazione del 1927, proveniente da una collezione privata: scelto dall’artista per le esposizioni d’arte italiana del 1927 al Musée Rath di Ginevra e poi alla Kunsthaus di Zurigo, torna oggi visibile al grande pubblico. Nell’atmosfera rarefatta e sospesa di un interno, Casorati costruisce una scena intima in cui il divino traspare dalla specularità e dalle simmetrie attraverso l’inconciliabilità degli opposti: la luce naturalissima e la geometria complessa ed enigmatica dello spazio. Reinserito per la prima volta in un’antologica, il dipinto segna un episodio essenziale entro l’arco dell’itinerario casoratiano.

Sul finire del decennio, l’arte di Casorati è segnata da una svolta in chiave anticlassica, testimoniata in mostra dalle composizioni di una serie di meravigliose nature morte. La pittura si apre al paesaggio, accostato nel dialogo tra interno ed esterno nella poetica Daphne a Pavarolo del 1934 (GAM Torino). Nasce ora il ciclo di dipinti di fanciulle degli anni Trenta e Quaranta, tra i quali Donne in barca del 1933 (Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, Piacenza) e Le sorelle Pontorno del 1937 (Unicredit ArtCollection), entrambi caratterizzati da una donna che allatta, immersa in atmosfere sospese e intime.

Gli ultimi anni sono documentati da nature morte, nelle quali torna il tema antico delle uova (insegna di quel «Numerus, Mensura, Pondus» che è il motto araldico dell’arte casoratiana) e del cimiero – con Natura morta con l’elmo (1947, GAM Torino), Uova e limoni (1950, GAM Torino) Uova su fondo rosso (1953, collezione privata) – e nuovi soggetti come Eclissi di luna (1949, collezione privata) e Paralleli (1949, Collezione Regione Autonoma Valle d’Aosta).

Da sempre appassionato di musica, Felice Casorati non fu solo un eccezionale pittore e un appassionato pianista ma anche scenografo, al lavoro, tra gli anni Trenta e i Cinquanta, per il Maggio Musicale Fiorentino, l’Opera di Roma e la Scala di Milano. Proprio dagli Archivi storici della Scala provengono numerosi dei suoi bozzetti, realizzati per opere come Le Baccanti e Fidelio, o per balletti su musiche di Petrassi o de Falla: un nucleo che, a chiusura della mostra, consentirà di conoscere anche questo versante dell’attività di un artista rigoroso e poliedrico.

La mostra Casorati a Palazzo Reale di Milano è accompagnata da un ampio catalogo edito da Marsilio Arte con i saggi dei curatori.

 

Giorgina Bertolino. Dopo essersi formata all’Università di Torino, ha svolto i suoi principali studi nell’ambito della storia dell’arte del ‘900. È autrice dei cataloghi generali di Felice Casorati (con F. Poli; 1997, 2004), Pinot Gallizio (a cura di M.T. Roberto) e Nella Marchesini (2015). Ha curato I mondi di Riccardo Gualino (con A. Bava; Torino, Musei Reali, 2019); Dalle bombe al museo 1942- 1959 (con R. Passoni; Torino, GAM, 2016); Felice Casorati. Collezioni e mostre tra Europa e Americhe (Alba, Fondazione Ferrero, 2014).

Fernando Mazzocca. Dopo essersi formato alla Scuola Normale Superiore di Pisa, ha insegnato presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e l’Università Statale di Milano. Tra i massimi specialisti dell’età neoclassica, dell’Ottocento e primo Novecento, ha pubblicato numerosi volumi e realizzato, a partire dal 1978, importanti mostre su movimenti e di carattere monografico, allestite presso le maggiori sedi espositive italiane.

Francesco Poli. Laureato in filosofia all’Università di Torino, è storico e critico d’arte. Ha insegnato Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Brera e all’Université Paris 8. Ha pubblicato numerosi saggi sull’arte moderna e contemporanea tra cui: La Metafisica; Minimalismo, Arte Povera, Arte Concettuale; Il sistema dell’arte contemporanea; Arte moderna. Dal postimpressionismo all’informale; Arte contemporanea. Le ricerche internazionali dalla fine degli anni’50 ad oggi; La Scultura del Novecento; Mettere in scena l’arte contemporanea (con F. Bernardelli); Il pittore solitario. Seurat e la Parigi moderna. L’ironia è una cosa seria. Strategie dell’arte d’avanguardia e contemporanea. Collabora a “La Stampa” e con riviste specializzate. Ha curato numerose mostre in musei, spazi pubblici e privati.

 

Testi e immagini dagli Uffici Stampa del Comune di Milano e della mostra, Marsilio Arte

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Al via i lavori nel Giardino di Boboli: per l’anfiteatro e le fontane dell’Isola e Nettuno, per il verde e la viabilità interna https://www.classicult.it/al-via-i-lavori-nel-giardino-di-boboli-per-lanfiteatro-e-le-fontane-dellisola-e-nettuno-per-il-verde-e-la-viabilita-interna/ https://www.classicult.it/al-via-i-lavori-nel-giardino-di-boboli-per-lanfiteatro-e-le-fontane-dellisola-e-nettuno-per-il-verde-e-la-viabilita-interna/?noamp=mobile#respond Mon, 09 Dec 2024 11:50:33 +0000 https://www.classicult.it/?p=287333 Al via i lavori nel Giardino di Boboli: per l'anfiteatro e le fontane dell'Isola e Nettuno, per il patrimonio vegetale e la viabilità interna

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VIA AI GRANDI LAVORI NEL GIARDINO DI BOBOLI: 15 MILIONI PER L’ANFITEATRO, LE FONTANE DELL’ISOLA E NETTUNO, IL PATRIMONIO VEGETALE, LA VIABILITÀ INTERNA

Torneranno a zampillare come un tempo, con il ripristino di oltre 100 giochi d’acqua; e il suggestivo spazio alle spalle della Reggia di Palazzo Pitti, dopo il restauro potrà di nuovo accogliere spettacoli dal vivo, come un tempo. In programma anche un intervento di restauro generale del verde.

Nel Giardino di Boboli l’Anfiteatro tornerà ad accogliere spettacoli come un tempo; le fontane monumentali del Nettuno e dell’Isola, dopo moltissimi anni, torneranno a zampillare con tutti i loro giochi d’acqua. Oltre 15 milioni di euro sono stati stanziati dalle Gallerie per i maxi lavori di restauro di queste due aree, interventi dei quali sono ora in fase di partenza due bandi di gara, gestiti dalla Soprintendenza di Pisa e Livorno, con la quale il complesso museale ha sottoscritto una apposita convenzione.

lavori Giardino di Boboli Nella foto, da sinistra, Andrea Giannini (Soprintendenza), Paola Ruggieri (Uffizi), Valerio Tesi (Soprintendenza), Simone Verde (Uffizi), Franca Berioli (Uffizi)
Al via i lavori al Giardino di Boboli. Nella foto, da sinistra, Andrea Giannini (Soprintendenza), Paola Ruggieri (Uffizi), Valerio Tesi (Soprintendenza), Simone Verde (Uffizi), Franca Berioli (Uffizi)

ANFITEATRO – Il piano prevede il restauro e scultoreo, strutturale, vegetale e l’adeguamento impiantistico dell’Anfiteatro come architettura da conservare, ma anche come luogo di pubblico spettacolo. La durata prevista dei lavori è di 10 mesi, il valore complessivo dell’opera di 5.150.000 euro, dei quali 4.500.000 derivanti dalla sponsorizzazione della mecenate statunitense Veronika Atkins. Il progetto ha l’obiettivo di porre rimedio ai danni derivanti da molteplici forme di degrado. In via generale, l’intervento riguarda gradonate (incluse le scale di accesso), balaustre, 24 edicole con urne e statue; parterre, vasca e obelisco, percorsi posti nelle immediate adiacenze dell’Anfiteatro, rampa di accesso dall’ingresso Nord-Est di Palazzo Pitti (Bacco), piazzale della Meridiana. È inoltre prevista la realizzazione di un impianto idrico di antincendio per mettere in sicurezza il Giardino, in particolare nelle aree in cui è possibile lo svolgimento di attività di pubblico spettacolo, come l’Anfiteatro nei pressi del Palazzo e il Prato delle Colonne nei pressi di Porta Romana. Anche per questo ulteriore progetto è stata indetta una procedura di gara.

ISOLA E FONTANE DEL NETTUNO – È per un valore complessivo dell’opera di 7.665.000 euro (circa due anni e mezzo la durata prevista dei lavori) che le Gallerie hanno concepito il progetto di restauro integrale del patrimonio storico artistico presente nel Bacino del Nettuno e nel Giardino dell’Isola incluse le rispettive aree circostanti. A rendere necessaria l’operazione, la presenza di molteplici fenomeni di degrado dei materiali lapidei architettonici e scultorei ed il problema dei giochi d’acqua che, da decenni, hanno smesso di funzionare. Al ripristino delle fontane monumentali (con tutti i loro 100 diversi originari meccanismi di zampillo), si aggiungono la conservazione dei bacini, degli spazi e delle infrastrutture dedicate all’approvvigionamento idrico e la manutenzione dei parterre che circondano gli invasi d’acqua. Il progetto impiantistico (idrico, elettrico e di illuminazione) contempla inoltre l’ottimizzazione delle risorse idriche del Giardino anche in relazione alla sua complessa infrastruttura caratterizzata dalle antiche sorgenti medicee con la realizzazione di due pozzi artesiani, i lavori dei quali sono già iniziati.

RESTAURO DEL PATRIMONIO VEGETALE – è stata avviata la procedura dell’affidamento del restauro del patrimonio vegetale di Boboli, per un valore di circa 865mila euro; l’intervento consiste nella reintegrazione del tessuto vegetale laddove presenti lacune, ma anche in operazioni di ricostruzione del disegno originale del verde, che in alcuni punti con il passare del tempo è andato perduto. Nello specifico gli interventi previsti riguardano siepi, filari di piante e alberi ed anche i prati.

NUOVA VIABILITÀ INTERNA – è in fase di elaborazione un progetto per riqualificare la rete dei percorsi pedonali e carrabili del giardino, in modo da renderli più sicuri e caratterizzati da esigenze di manutenzione ridotte rispetto alle attuali. Il costo dell’intervento nel Viale dei Cipressi ammonta a 600mila euro.

Al via i lavori al Giardino di Boboli; Gallery:

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Simone Verde: “Dopo mesi di lavoro parte finalmente il rilancio del Giardino di Boboli, con una fitta serie di interventi, architettonici, strutturali e di restauro, sia monumentale che vegetale, che ricostituiranno il volto originario del cuore verde del centro di Firenze. La nostra stella polare è, come sempre, quella ricomposizione storica e collezionistica a 360 gradi dell’inestimabile patrimonio culturale del complesso che vede tra l’altro, nell’imminente apertura universale del Corridoio Vasariano la nascita per la prima volta nella storia di un ponte connettivo, permanente e aperto a tutti, tra le varie anime della cittadella medicea”.

Il Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno, Valerio Tesi: “Di fronte a interventi di così eccezionale rilevanza e per progetti così accuratamente redatti, è stato immediato sottoscrivere con Simone Verde una convenzione per la gestione delle procedure di appalto, così da mettere a disposizione delle Gallerie degli Uffizi l’elevata professionalità e l’ormai consolidata esperienza del personale della Soprintendenza di Pisa. Infatti, dal 1 luglio 2023 il nuovo codice dei contratti pubblici ha reso obbligatoria la qualificazione delle stazioni appaltanti, e dunque per importi superiori a 500.000 euro solo gli enti che si sono qualificati, come la Soprintendenza di Pisa, possono indire le procedure di aggiudicazione. Insomma, con Simone Verde si è stabilita una efficace collaborazione, che collega lungo le sponde dell’Arno i palazzi medicei di Firenze e Pisa”.

CENNI STORICI

Fontana del Nettuno

La Fontana del Nettuno venne commissionata da Cosimo I de’ Medici allo scultore Stoldo Lorenzi agli inizi del 1566. La fonte originaria presentava una forma a tazza, in marmo, sorretta da due coppie di Tritoni e Nereidi e sormontata dalla figura del Nettuno bronzeo, che traeva ispirazione dal carro di Nettuno realizzato dallo stesso Lorenzi in materiali effimeri per la mascherata della Genealogia degli Dei, tenutasi al principio di quell’anno. Nel 1596, la fontana venne trasferita all’interno del Prato di Madama – così chiamato perché vi si affacciavano le finestre dell’appartamento di Cristina di Lorena – che si estendeva immediatamente a Nord del Palazzo nella zona verso Santa Felicita. Nel 1634-36, in seguito alla distruzione di questa parte del giardino legata agli ampliamenti della fabbrica di Pitti, le sculture vennero di nuovo ricomposte nel Vivaio Quadro, questa volta al centro del bacino, secondo un progetto di Giulio Parigi e di Giovan Battista Pieratti che prevedeva l’attuale scoglio in muratura in cui vennero inserite formazioni calcaree e spugne fossili provenienti dalla zona di Sommaia, sul monte Morello. Pieratti aggiunse inoltre i delfini e la valva marmorea, mentre il Nettuno, le Naiadi e i Tritoni vennero restaurati dallo scultore Bartolomeo Cennini sotto la supervisione di Pietro Tacca.

Vasca dell’Isola

La Vasca dell’Isola costituisce l’elemento centrale dei progetti commissionati da Cosimo II a Giulio Parigi per l’ampliamento seicentesco di Boboli verso Porta Romana. Ispirata al tema classico del Bagno di Venere, la grande vasca fu concepita come richiamo alla mitologia dell’isola di Citera. Il restauro di questo “Spettacolo dell’acqua”, composto da nove fontane monumentali, darà la possibilità di apprezzare il Giardino di Boboli nel pieno della sua magnificenza. Dalla ricerca storica ed archivistica si evince che i giochi d’acqua non sono più in azione già dal periodo sabaudo. Tuttavia, nel 1948 la vasca dell’Isola ospitò lo scenografico allestimento curato da Giorgio Strehler per la rappresentazione della “Tempesta” di Shakespeare. Solo in quella occasione, seppur ormai lontani dai virtuosismi seicenteschi, il tema del gioco d’acqua fu riportato in auge ma, da allora, non sono mai stati messi in funzione i giochi d’acqua a causa della necessità di fare un ingente investimento per il restauro integrale, tale da consentire di riportare il manufatto alla sua piena bellezza e funzionalità.

Anfiteatro

L’Anfiteatro, progettato dal Tribolo per Eleonora di Toledo e realizzato dopo la morte del suo ideatore (1550) fu in origine concepito come un’architettura vegetale, un “Anfiteatro di Verzura” che costituiva l’ingegnosa trasformazione della cava di pietra forte da cui era stato estratto il materiale per la costruzione di Palazzo Pitti. Fu Cosimo II, nell’ambito dell’ampliamento del Palazzo, a decidere di trasformarlo in un anfiteatro in muratura. Con la morte di Cosimo II nel 1621 la trasformazione subì una battuta d’arresto. Tuttavia nel 1628, in occasione delle nozze tra Margherita de’ Medici e Odoardo Farnese, lo spazio ospitò per la prima volta spettacoli e rappresentazioni teatrali, predisponendo una cavea provvisoria per gli spettatori. I lavori vennero ripresi nel 1630 per volere di Ferdinando II, sotto la guida di Giulio Parigi e si conclusero nel 1634. L’Anfiteatro assunse così un aspetto simile a quello attuale, documentato da numerose incisioni che testimoniano gli allestimenti per feste e caroselli. Dopo la rappresentazione tenutasi nel 1739 per l’arrivo del Granduca Francesco Stefano di Lorena, la platea venne trasformata in un giardino formale e l’Anfiteatro perse la sua funzione di luogo per gli spettacoli e le strutture architettoniche andarono incontro ad un progressivo degrado. A metà del ‘700 tutte le fabbriche granducali furono interessate da interventi, compreso le gradonate dell’Anfiteatro. Inoltre, venne costruito un ampio viale carrozzabile per collegare l’Anfiteatro più agevolmente al Cortile di Bacco (1764-65). Il progetto comportò una modifica sostanziale per l’Anfiteatro: il terreno, risultante dai poderosi sbancamenti necessari a far posto alla nuova architettura, venne riversato nella platea, innalzandone il livello, la balaustra che chiudeva il teatro verso il palazzo fu demolita e l’estetica che aveva caratterizzato questa parte del giardino in epoca barocca fu stravolta. Con l’arrivo di Pietro Leopoldo nel 1765 il teatro divenne ambientazione perfetta per le feste campestri, allora molto in voga, che il Granduca volle in alcuni casi aprire al pubblico. Nel 1790, sotto Pietro Leopoldo su progetto di Niccolò Gaspero Paoletti, venne inserito al centro della platea l’obelisco egizio, databile al XIII secolo a.C. portato a Roma al tempo dell’Impero e proveniente dalle collezione di Villa Medici a Roma. Nel 1818 sotto Ferdinando III, vennero inserite, su progetto di Giuseppe Cacialli, le urne in terracotta dipinte alternandole alle statue. Nel 1840, sotto Leopoldo II su progetto di Pasquale Poccianti, fu inserita la vasca in granito rosso (probabilmente appartenuta alle Terme Alessandrine di Campo Marzio) alla base dell’obelisco egizio. Il tramonto del Granducato segnò anche la fine delle celebrazioni di corte e, dopo l’ultima grande festa voluta da Leopoldo II nel 1839 con le scenografie del Poccianti, l’Anfiteatro si avviò ad ospitare altri tipi di spettacoli: nel 1906 si svolse lo storico concerto di Pietro Mascagni, al quale nei decenni successivi fecero seguito eventi di stampo patriottico, festività legate alla tradizione popolare fiorentina, oltre a numerose edizioni del Maggio Musicale Fiorentino fino al 1997.

Testo, video e immagini dall’Ufficio Relazioni Esterne delle Gallerie degli Uffizi sui lavori al Giardino di Boboli.

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Stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025: nuovo sold out per “Oliva Denaro” al Teatro Sociale https://www.classicult.it/stagione-di-prosa-mantova-teatro-2024-2025-nuovo-sold-out-per-oliva-denaro-al-teatro-sociale/ https://www.classicult.it/stagione-di-prosa-mantova-teatro-2024-2025-nuovo-sold-out-per-oliva-denaro-al-teatro-sociale/?noamp=mobile#respond Thu, 05 Dec 2024 21:13:08 +0000 https://www.classicult.it/?p=287158 Stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025: nuovo sold out per “Oliva Denaro” al Teatro Sociale, con Ambra Angiolini

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Stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025: nuovo sold out per “Oliva Denaro” al Teatro Sociale di Mantova

Ambra Angiolini in Oliva Denaro, nel manifesto; Foto © Laila Pozzo 2024
Ambra Angiolini in Oliva Denaro, nel manifesto; Foto © Laila Pozzo 2024

18 dicembre 2024 – Un Teatro Sociale completamente sold-out ha accolto con entusiasmo lo spettacolo “Oliva Denaro”, ispirato al libro di Viola Ardone, che ha raccontato la storia di Franca Viola, prima donna ad aver rifiutato il “matrimonio riparatore” dopo aver subito violenza. Il racconto, ambientato negli anni ‘60, ha visto in scena un’intensa Ambra Angiolini che ha ricostruito, nelle vesti della protagonista, una storia di dolore alla quale la protagonista si ribella in modo rivoluzionario.

Il “no” alla violenza e al sopruso, appello accorato che anche l’attrice ha fatto anche durante i ringraziamenti, rappresenta la scelta che Oliva, proprio come Franca Viola, decide di fare per respingere ricatti, oppressioni e stereotipi, circondata dalla famiglia che, insieme a lei, spezza le catene della sottomissione e della vergogna.

Durante lo spettacolo il pubblico si è emozionato vivendo, insieme alla protagonista, sorrisi, dolori e lacrime, e tributando, a fine spettacolo, un lungo applauso e standing ovation.

Ambra Angiolini, visibilmente commossa, ha voluto così ringraziare la città e tutto il pubblico mantovano, ricordando l’importanza di dire “no” alla violenza, e auspicando che, l’emozione e la sensibilità scaturita durante la serata, possa essere portata nella vita quotidiana per insegnare alle nuove generazioni, il valore del rispetto.

La stagione di prosa prosegue il prossimo 23 gennaio con un altro spettacolo che si preannuncia già di enorme successo: “Perfetti sconosciuti” per la regia di Paolo Genovese, con un cast di grandi attori.

Biglietti in vendita online su ticketone.it e presso la biglietteria del Teatro Sociale di Mantova.

Tutte le info su www.mantovateatro.it


Continua il grandissimo successo della stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025 al Teatro Sociale di Mantova.

Martedì 17 dicembre, il Teatro massimo della città ospiterà lo spettacolo “Oliva Denaro” che vedrà Ambra Angiolini nel ruolo della protagonista, in un racconto toccante e di grande attualità, che sta raccogliendo il plauso unanime di pubblico e critica.

Con quasi due settimane di anticipo, l’appuntamento ha già registrato il tutto esaurito: un SOLD OUT preannunciato che dimostra ancora una volta sia la grande qualità del cartellone in programma, sia il grande affetto di un pubblico sempre più interessato agli spettacoli dal vivo. Un’esperienza sublime che, ancora una volta, si materializzerà nell’atmosfera unica e indimenticabile del teatro.

Lo spettacolo “Oliva Denaro” vede la sua genesi a partire da una storia vera, e da un romanzo. La storia vera è quella di Franca Viola, la ragazza siciliana che a metà degli anni 60 fu la prima, dopo aver subito violenza, a rifiutare il cosiddetto “matrimonio riparatore”. Il romanzo prende spunto da quella vicenda, la evoca e la ricostruisce, reinventando il reale nell’ordine magico del racconto. All’inizio Oliva è una quindicenne che nell’Italia di quegli anni, dove la legge stabiliva che se l’autore del reato di violenza carnale avesse poi sposato la “parte offesa”, avrebbe automaticamente estinto la condanna (anche se ai danni di una minorenne), cerca il suo posto nel mondo. E, in un universo che sostiene che “la femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia”, Oliva ci narra, ormai adulta, la sua storia a ritroso, da quando ragazzina si affaccia alla vita fino al momento in cui, con una decisione che suscita scandalo e stupore soprattutto perché inedita e rivoluzionaria, rifiuta la classica “paciata” e dice no alla violenza e al sopruso.

Una storia di crescita e di emancipazione che scandaglia le contraddizioni dell’amore (tra padri e figlie, tra madri e figlie) e si insinua tra le ambiguità del desiderio, che lusinga e spaventa. Ma Oliva, proprio come Franca Viola, decide di essere protagonista delle proprie scelte, circondata da una famiglia che impara con lei e grazie a lei a superare ricatti, stereotipi e convenzioni. Un padre che frequenta il silenzio e il dubbio, ma che riuscirà a dire alla figlia “se tu inciampi io ti sorreggo”, e una madre che, dapprima più propensa a piegarsi alla prepotenza e al fatalismo, riuscirà infine a spezzare le catene della sottomissione e della vergogna. Grazie alla scrittura limpida, poetica, teatralissima e immaginifica di Viola Ardone, Oliva Denaro diventa così la storia di tutte le donne che ancora oggi pensano e temono di non aver scelta, costrette da una legge arcaica e indecente (lo stupro fino al 1981 era considerato solo oltraggio alla morale e non reato contro la persona) ad accettare un aguzzino e un violentatore tra le mura di casa. Una storia di ieri e di oggi, che parla di libertà, civiltà e riscatto.

Teatro Sociale Mantova 2024-2025 Ambra Angiolini in Oliva Denaro © Laila Pozzo 2024
Ambra Angiolini in Oliva Denaro © Laila Pozzo 2024

L’appuntamento con “Oliva Denaro” è quindi per martedì 17 dicembre, al Teatro Sociale di Mantova, per una serata di grande spettacolo e grandi emozioni.

Tutte le informazioni sulla stagione di spettacoli al Teatro Sociale di Mantova sono sul sito www.mantovateatro.it

È possibile inoltre iscriversi in modo completamente gratuito alla newsletter di www.mantovateatro.it, per essere sempre aggiornati sugli spettacoli, sulle importanti news e informazioni di biglietteria.

I prossimi spettacoli della stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025 saranno:

Perfetti sconosciuti, trasposizione teatrale del film, diretto da Paolo Genovese, vincitore di due David di Donatello, tre Nastri d’Argento, un Globo d’Oro, tre Ciack d’Oro. Il regista dirigerà anche l’opera teatrale;

L’anatra all’arancia”, divertentissima e frizzante commedia che vedrà sul palco Emilio Solfrizzi, Carlotta Natoli, e un cast di grandi attori;

Il caso Jekyll”, spettacolare e suggestivo adattamento del grande classico di R.L. Stevenson con Sergio Rubini e Daniele Russo;

Boston Marriage”, acclamatissimo spettacolo che sta raccogliendo enormi consensi con un cast di grandi attrici tra le quali Maria Paiato, vincitrice del premio “Maschere del Teatro Italiano” per la sua interpretazione in questo spettacolo.

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AMBRA ANGIOLINI in

OLIVA DENARO

dal romanzo di VIOLA ARDONE

drammaturgia di GIORGIO GALLIONE

in collaborazione con AMBRA ANGIOLINI

scene e costumi GUIDO FIORATO

disegno luci MARCO FILIBECK

musiche a cura di PAOLO SILVESTRI

regia di GIORGIO GALLIONE

NOTE DI AMBRA ANGIOLINI

Ho incontrato per la prima volta Oliva Denaro parecchio tempo fa, grazie al libro di Viola Ardone, che stava per essere pubblicato, conservo la copia unica che ho fatto solo recentemente firmare a Viola. Resto sempre quella che “non ci può credere” e non per falsa umiltà, ma per consapevolezza della precarietà: finché c’è, voglio godermi tutti e poter chiedere anche gli autografi (rido seriamente).

La voglia di far conoscere questa storia è nata subito: leggi una pagina e dentro ci trovi tanto di quel posto che si chiama “coraggio”, che non vedi l’ora di prenderci la residenza. Quella volta però non è andata a buon fine la collaborazione, purtroppo stavo lottando per zittire delle chiacchiere sul mio privato… stavo comunque “lavorando” sul personaggio mio malgrado e nemmeno lo sapevo.

Il regista Giorgio Gallione ne acquista i diritti, qualche anno dopo, proprio lui con cui lavoro e torno sempre a casa, il primo folle che mi ha detto: “Ce la farai tu, con le tue risorse” a partire dal mio battesimo teatrale con il monologo La misteriosa scomparsa di W di Stefano Benni. Così è nato questo progetto. Destino… nessuna magia, quella l’abbiamo messa tutta sul palco.

Oliva Denaro, ispirata alla vera storia di Franca Viola, racconta la storia di tante donne attraverso questa ragazza, che diventa una eroina grazie al valore del primo vero “no”. È ribelle e contraria ma con rispetto e gentilezza. La sua ribellione passa per il desiderio di conoscenza, per la sua curiosità. Oliva è un’eroina che come super potere ha anche quello di saper ascoltare gli altri. Quando non sa ascolta, quando non comprende chiede. E quando non le viene risposto… “io non sono favorevole”. È talmente bella da portare in scena questa piccola grande vita, che uno si sente meglio già solo a raccontarla, questa storia.

Ho lavorato insieme a Giorgio alla drammaturgia e gli sono grata per questo lavoro insieme perché non tutti i registi hanno voglia di aprirsi ad un confronto così bello e formativo. Amo molto il mio lavoro e amo scoprirlo come una matrioska in ogni suo aspetto. Abbiamo lavorato dal romanzo al testo teatrale cercando di preservarne la ricchezza e rispettandolo con attenzione e cura. Solo nel finale ho chiesto di poter inserire delle parole di Franca Viola tratte dalle sue interviste, sentivo il bisogno di una parte di “verità legale”.

Vado in “vacanza” per tutta l’Italia fino al 21 aprile insieme ad Oliva: in questo momento le storie delle persone che con le loro scelte e il loro coraggio hanno cambiato il corso degli eventi anche per me, quelle che hanno tolto il prefisso negativo “in” dalla parola GIUSTIZIA… Mi piace farle vivere vicine”.

Ambra Angiolini in Oliva Denaro Foto © Laila Pozzo

NOTE DI REGIA di Giorgio Gallione

Un romanzo di formazione che trasuda teatro. Una storia di coraggio, emancipazione e coscienza di sé. Una scrittura evocativa e profonda dove la voce della protagonista, delicata e rabbiosa, riesce ad essere contemporaneamente racconto personale e collettivo. Una storia ‘al femminile singolare’ che si trasforma progressivamente e quasi eroicamente in un canto di libertà”.

MUSICHE

Lo spettacolo è impreziosito dal repertorio di canzoni interpretate da Mina (Città vuota, Nessuno, Soli, Mi sei scoppiato dentro il cuore, Renato, Canta ragazzina, E poi).

Alcune di queste canzoni sono già presenti nel testo letterario di Viola Ardone, come raccontano le parole di Oliva: “Dalla finestra aperta arriva di nuovo la musica di una canzone, ancora Mina. E penso che le canzonette siano un inganno perché sono piene di giovani libere spregiudicate che accusano i ragazzi addirittura di non averle ancora baciate… mentre nella realtà facciamo peccato mortale anche solo se sorridiamo”.

A intramezzare le canzoni di Mina, lo spettacolo si arricchisce inoltre con le composizioni musicali a cura di Paolo Silvestri.

 

 

Testo e immagini dall’Ufficio Stampa Fondazione Umberto Artioli Mantova Capitale Europea dello Spettacolo. Aggiornato il 18 dicembre 2024.

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Stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025: sold out per “La Locandiera” al Teatro Sociale https://www.classicult.it/stagione-di-prosa-mantova-teatro-2024-2025-sold-out-per-la-locandiera-al-teatro-sociale/ https://www.classicult.it/stagione-di-prosa-mantova-teatro-2024-2025-sold-out-per-la-locandiera-al-teatro-sociale/?noamp=mobile#respond Fri, 22 Nov 2024 15:54:45 +0000 https://www.classicult.it/?p=284846 La Stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025 registra già sold out per La Locandiera di Carlo Goldoni al Teatro Sociale

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Stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025: sold out per “La Locandiera” al Teatro Sociale di Mantova

Si preannuncia un grande successo di pubblico per lo spettacolo “La Locandiera” al Teatro Sociale di Mantova il prossimo 26 novembre 2024: l’appuntamento mantovano con il capolavoro di Carlo Goldoni ha infatti già registrato il tutto esaurito a una settimana dallo spettacolo.

Un SOLD OUT che dimostra il grande affetto e interesse del pubblico verso lo spettacolo e la cultura, che in teatro trova un’espressione sublime e irripetibile in un’atmosfera indimenticabile.

La Locandiera Teatro Sociale di Mantova Stagione di prosa 2024-2025 Sonia Bergamasco. Crediti per la foto: Gianluca Pantaleo

“La Locandiera”, che vedrà in scena nelle vesti della protagonista Sonia Bergamasco, racconta la storia di Mirandolina la quale, seduta sul letto di morte del padre, riceve in eredità la Locanda, ma anche l’ordine di sposarsi con Fabrizio. La volontà del padre di proteggere la Locanda, trova in Mirandolina una donna in grado di sconfiggere l’universo maschile e di annientare l’aristocrazia, nobilitando i commercianti e gli artisti, accendendo la luce sulla riscrittura della storia teatrale. Ad affiancare Sonia Bergamasco sul palco, un grande cast di attori: Ludovico Fededegni nei panni del Cavaliere di Ripafratta, il mantovano Giovanni Franzoni nelle vesti del Marchese di Forlipopoli, Francesco Manetti che interpreterà il Conte di Albafiorita, Marta Cortellazzo Wiel nel personaggio di Ortensia, Marta Pizzigallo nei panni di Dejanira, Annibale Pavone in quelli di Fabrizio, e Gabriele Pestilli in quelli del servitore. La regia di Antonio Latella esalta il potere narrativo e simbolico di un’opera travolgente e contemporanea, rendendo omaggio alla forza contemporanea impressa originariamente da Goldoni.

L’appuntamento con “La Locandiera” – Stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025 – è quindi per martedì 26 novembre, al Teatro Sociale di Mantova, per una serata di grande spettacolo e grandi emozioni.


NOTE DI REGIA

Penso a Café Müller di Pina Bausch. Penso ad una donna nata e cresciuta nella Locanda. Un luogo-mondo che accoglie infiniti mondi.

Nel testo goldoniano il tema dell’eredità è il punto cardine di tutto.

Mirandolina seduta sul letto di morte del padre riceve in eredità la Locanda, ma anche l’ordine di sposarsi con Fabrizio, il primo servitore della Locanda. In questo credo che ci sia una inconsapevole identificazione del padre con il servo, come erede virtuale in quanto maschio. Più che un uomo per la figlia, il padre sceglie un uomo per la Locanda, un uomo pronto a tutto pur di proteggere la Locanda.

Credo che Goldoni con questo testo abbia fatto un gesto artistico potente ed estremo, un gesto di sconvolgente contemporaneità: innanzitutto siamo davanti al primo testo italiano con protagonista una donna, ma Goldoni va oltre, scardina ogni tipo di meccanismo, eleva una donna formalmente a servizio dei suoi clienti a donna capace di sconfiggere tutto l’universo maschile, soprattutto una donna che annienta con la sua abilità tutta l’aristocrazia. Di fatto Mirandolina riesce in un solo colpo a sbarazzarsi di un cavaliere, di un conte e di un marchese. Scegliendo alla fine il suo servitore come marito fa una scelta politica, mette a capo di tutto la servitù, nobilita i commercianti e gli artisti, facendo diventare la Locanda il luogo da dove tutta la storia teatrale del nostro paese si riscriverà, la storia che in qualche modo ci riguarda tutti. Goldoni fa anche un lavoro sulla lingua, accentuando un italiano toscano. Per essere Mirandolina bisogna essere capaci di mettersi al servizio dell’opera, ma anche non fare del proprio essere femminile una figura scontata e terribilmente civettuola, cosa che spesso abbiamo visto sui nostri palcoscenici. Spesso noi registi abbiamo sminuito il lavoro artistico culturale che il grande Goldoni ha fatto con questa opera, la abbiamo ridimensionata, cadendo nell’ovvio e riportando il femminile a ciò che gli uomini vogliono vedere: il gioco della seduzione. Goldoni, invece, ha fatto con questo suo testamento, una grande operazione civile e culturale. Siamo davanti a un manifesto teatrale che dà inizio al teatro contemporaneo, mentre per una assurda cecità noi teatranti lo abbiamo banalizzato e reso innocente. La nostra mediocrità non è mai stata all’altezza dell’opera di Goldoni e, molto probabilmente, non lo sarò nemmeno io. Spero, però, di rendere omaggio a un maestro che proprio con Goldoni ha saputo riscrivere parte della storia teatrale italiana: parlo di Massimo Castri.

ANTONIO LATELLA


Personaggi e interpreti:

Il Cavaliere di Ripafratta, Ludovico Fededegni

Il Marchese di Forlipopoli, Giovanni Franzoni

Il Conte di Albafiorita, Francesco Manetti

Mirandolina, locandiera, Sonia Bergamasco

Ortensia, comica, Marta Cortellazzo Wiel

Dejanira, comica, Marta Pizzigallo

Fabrizio, cameriere di locanda, Annibale Pavone

Servitore, Gabriele Pestilli


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I prossimi spettacoli della stagione di prosa Mantova Teatro 2024-2025 saranno:

Oliva Denaro”, spettacolo emozionante e di grande attualità, con una magistrale Ambra Angiolini;

Perfetti sconosciuti”, trasposizione teatrale del film, diretto da Paolo Genovese, vincitore di due David di Donatello, tre Nastri d’Argento, un Globo d’Oro, tre Ciack d’Oro. Il regista dirigerà anche l’opera teatrale;

L’anatra all’arancia”, divertentissima e frizzante commedia che vedrà sul palco Emilio Solfrizzi, Carlotta Natoli, e un cast di grandi attori;

Il caso Jekyll”, spettacolare e suggestivo adattamento del grande classico di R.L. Stevenson con Sergio Rubini e Daniele Russo;

Boston Marriage”, acclamatissimo spettacolo che sta raccogliendo enormi consensi con un cast di grandi attrici tra le quali Maria Paiato, vincitrice del premio “Maschere del Teatro Italiano” per la sua interpretazione in questo spettacolo.

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Testo e immagini dall’Ufficio Stampa Fondazione Umberto Artioli Mantova Capitale Europea dello Spettacolo

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