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Più complesso di quanto finora ritenuto il declino dell'Isola di Pasqua

27 – 28 Gennaio 2015
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Un nuovo studio getta nuova luce sulle cause della fine della cultura polinesiana di Rapa Nui, indicandone una complessità maggiore di quella finora ritenuta.
Le spiegazioni riguardanti il declino demografico dell’Isola di Pasqua sono al momento due: una che ritiene che gli abitanti abbiano causato la fine del proprio ambiente, con conseguenze gravissime per la popolazione; l’altra invece ritiene responsabili gli Europei, arrivati nel 1722, che avrebbero portato le malattie che uccisero i Rapa Nui.
Secondo lo studio in questione, il collasso demografico sull’Isola di Pasqua si sarebbe già verificato prima dell’arrivo degli Europei: si sarebbe giunti a questa conclusione utilizzando utensili in ossidiana per determinare l’utilizzo delle terre nel tempo, suggerendo dinamiche specifiche dell’area, che hanno comportato l’abbandono dei luoghi interni e sottovento. Questi dati trovano correlazione con la variazione delle precipitazioni e della fertilità del suolo. Le aree troppo asciutte o troppo umide furono perciò abbandonate prima. I risultati perciò dimostrano che c’è qualcosa di vero in entrambe le due teorie, e che la fine di questa cultura sarebbe perciò di natura complessa.
La ricerca “Variation in Rapa Nui (Easter Island) land use indicates production and population peaks prior to European contact”, di Christopher M. StevensonCedric O. PulestonPeter M. VitousekOliver A. ChadwickSonia Haoa e Thegn N. Ladefoged, è stato pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America.
Link: Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America; University of California – Santa Barbara; Archaeology News Network; Past Horizons
La foto, opera di Makemake, ritrae due ahu a Hanga Roa. Sullo sfondo Ahu Ko Te Riku (con un pukao in testa), da WikipediaCC BY-SA 3.0, caricata da KAMiKAZOW,

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